Lecco. In 300 al momento di raccoglimento per le vittime di Parigi

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LECCO – Lecco si è voluta unire per un momento di raccoglimento e di solidarietà nei confronti dei francesi e di tutte le vittime degli attentati compiuti e rivendicati dall’Isis venerdì sera a Parigi. E lo ha fatto domenica, alle 17.30, nel cortile interno del comune di Lecco, dove circa 300 lecchesi hanno accolto l’invito del presidente del Consiglio comunale di Lecco Giorgio Gualzetti e di tutti i capigruppo consiliari promotori dell’iniziativa.

 

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Proprio Gualzetti ha preso la parola, sottolineando l’importanza del momento di raccoglimento e quella di “opporsi con fermezza verso chi utilizza la religione per offendere la vita umana”.

 

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Monsignor Franco Cecchin, al quale è stata data la parola ha commentato: “Sono lecchese e plaudo a questo momento. Più vado avanti e più mi accordo che la violenza è sempre frutto di debolezza. Il male non si vince con il male ma con un amore più grande. Condanniamo ma troviamo dei gesti che costruiscono e uniamoci ai fratelli musulmani che credono nel Dio vero e isoliamo chi vive la dimensione delle fede in modo sacrilego”

Nel suo intervento il sindaco di Lecco Virginio Brivio ha ricordato: “L’invito al momento di riflessione dice ‘presenza senza bandiere’. Senza bandiere vuol dire niente distinzioni, tutti uniti per far fronte comune contro episodi di odio e pazzia. Ma quanto è difficile non erigere muri, cercare di continuare a vivere la quotidianità, quanto è difficile raccontare ai nostri figli i fatti accaduti senza trasmettere i sentimenti di timore per le incertezze che il futuro ci riserva. Questo è il momento di non retrocedere. C’è bisogno di coraggio e di grande orgoglio per riscoprire l’appartenenza al genere umano. Quel genere umano fatto di donne e uomini che non vogliono rassegnarsi all’ignoranza, alla follia, all’instabilità generata da atti disumani. Allora fermiamoci, stringiamo la mano alla persona che ci sta accanto, sia essa italiana, parigina, africana, sia essa nostra concittadina o immigrata. Mettiamoci al suo fianco anche se non concordiamo con le sue scelte di vita, anche se non abbiamo stima di lei perché questo è il momento di far fronte comune e coinvolgere tutti gli abitanti di questa città, del nostro territorio, del nostro mondo che vogliono essere reclutati in un esercito di pace pronto a urlare contro chi uccide: Io non retrocedo perchè adesa alla mia spalla sento quella di una persona pronta a lottare con me contro il tuo odio”.

 

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Quindi, presidente della provincia Flavio Polano ha evidenziato l’importanza di “vincere la paura che ci attanaglia” e di non retrocedere e lottare per i nostri valori, attraverso un dialogo costruttivo. Questi fatti ci chiedono di stare insieme e di far crescere una società che accolga anche le differenze religiose. E’ una strada faticosa, lo sappiamo, ma questo è l’obiettivo al quale dobbiamo lavorare tutti”.

La sequenza degli interventi istituzionali è stata intervallata da tre minuti di “movimento”, su invito dell’artista Gigi Maniglia che ha invitato tutti i presenti a muoversi nel cortile del comune, a guardarsi l’un l’altro come “gesto per dire siamo qui, non siamo impotenti” e sulle note di “Over the rainbow” i 300 presenti hanno camminato occupando tutti gli spazi del cortile.

 

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A chiudere il momento di raccoglimento la telefonata in diretta del console francese Jean Paul Seytre, in visita a Lecco all’inizio dell’anno: “La vostra calorosa amicizia e la solidarietà che ci dimostrate sono per noi francesi un sostengo straordinario – ha evidenziato il console – Oggi pensiamo alle vittime innocenti di questa barbarie. La giovinezza è stato l’obiettivo dei terroristi. E’ per noi un momento difficile. Tra le vittime, sappiamo che c’è stata anche un’italiana residente nel veneto (Valeria Soresin, ndr)e per la sua famiglia abbiamo un pensiero particolare. Volevo ringraziarvi tutti per il sostegno”.

Ultimo intervento quello di una rappresentante dell’associazione lecchese “Vive le français” quindi il raccoglimento, che si era aperto sulle note dell’Inno di Mameli è stato chiuso con quelle della Marsigliese, inno francese.

 

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