
LECCO – L’illegalità costa alle imprese italiane oltre 26 miliardi di euro: questo è il dato più pesante reso noto nella giornata di mobilitazione nazionale “Legalità mi piace” promossa mercoledì dalla Confcommercio e frutto di una ricerca effettuata in collaborazione con Gfk-Eurisko, sui fenomeni criminali e sull’impatto che hanno nella vita economica delle imprese.
L’indagine è stata presentata in mattinata anche a Lecco a Palazzo Falck, durante un iniziativa che ha coinvolto l’associazione dei commercianti lecchesi, le istituzioni locali e le forze dell’ordine.
Lo studio, basato su un questionario rivolto agli esercenti, ha affermato il peggioramento nella percezione della sicurezza dell’attività commerciale, tanto che circa il 50% del campione sia italiano che lombardo ha sottolineato l’incremento del senso di insicurezza. A togliere il sonno agli imprenditori sono furti (aumentati dal 2008 ad oggi secondo il 72% degli intervistati in Lombardia) , abusivismo (+55%), rapine (+53%), usura (+28%) ed estorsione (+21%).
Almeno un commerciante lombardo su dieci fa sapere di avere avuto a che fare, direttamente o indirettamente, con questi fenomeni e addirittura la metà ha subito episodi di taccheggio.

Una situazione che preoccupa anche gli esercenti lecchesi: spesso in città e provincia si registrano furti ai danni delle attività commerciali, per non parlare della presenza di venditori abusivi nei parcheggi del centro e dei prodotti contraffatti da essi venduti.
Il Comando della Polizia Locale di Lecco, durante le operazioni congiunte con le altre forze di polizia, nell’ultimo anno ha sequestrato quasi 1500 oggetti dal mercato illegale per un valore di circa 6200 euro.
“Dietro al poveretto che vende questi prodotti c’è un’organizzazione criminale che gestisce e guadagna da questo giro – ha spiegato il comandante dei vigili, Franco Morizio – ogni giorno troviamo persone diverse in strada a vendere, si tratta generalmente di giovani stranieri tra i 20 e i 25 anni, preparati a fuggire ad anche a picchiare, tanto che alcuni nostri agenti sono stati malmenati durante le operazioni di controllo. E’ un fenomeno che non si può azzerare ma ridurre e i risultati ci sono stati visto che , se prima si sequestravano borsoni pieni di oggetti, ora queste persone girano con un sacchettino contenente merce per un valore ridotto”.
Per Morizio diventa fondamentale l’aiuto del cittadino: “In alcuni casi gli oggetti sequestrati sono stati ritrovati grazie alle indicazioni di passanti, in altri casi è capitato invece che alcuni avventori di un bar tifassero per gli abusivi in fuga dai nostri agenti. Deve esserci l’impegno di tutti, soprattutto a non acquistare questi prodotti che possono anche risultare dannosi per la salute”.

“I venditori abusivi sono solo la punta dell’iceberg – ha ribadito l’assessore Armando Volontè – tollerare questo tipo di attività è sbagliato perché significa gettare fango sulla piattaforma della legalità”.
La legalità è un concetto che implica una precisa scelta di campo per il comandante provinciale dei carabinieri: “Chi vive nella legalità sa sempre con chi schierarsi – ha sottolineato il colonnello Rocco Italiano – ovvero al fianco delle forze dell’ordine e delle istituzioni”.
E se da un lato le forze dell’ordine sono impegnate quotidianamente nel contrasto all’illegalità, dall’altro si chiede l’impegno del cittadino che, come ha evidenziato il comandante della Polizia Provinciale, Raffaella Forni, si vede cliente e non vittima dell’abusivismo commerciale.
“Alimentare il mercato del falso significa finanziare un’organizzazione criminale più ampia” ha commentato il prefetto Antonia Bellomo.

L’invito dalle istituzioni e anche del presidente della Confcommercio lecchese, Peppino Ciresa, è quello di denunciare: “Se non volete farlo direttamente potete rivolgervi anche alla nostra associazione – ha spiegato il leader degli esercenti – L’importante è essere uniti contro l’illegalità”.
Il prefetto ha anche rimarcato che il trend sui reati commessi in provincia in questi dieci mesi dell’anno è in diminuzione rispetto ai dati del 2013; lo stesso concetto lo ha ribadito il questore Antonio Francini che ha rivelato un calo del 20% nelle rapine e una leggera flessione riguardo ai furti in casa; nonostante questo sembra prevalere nei cittadini una sensazione di insicurezza:
“Rispetto al passato, ora il cittadino deve essere più coinvolto sul tema della sicurezza, con equilibrio e buonsenso – ha spiegato il questore – le forze dell’ordine svolgono il loro lavoro e nonostante la carenza di organici e risorse ci siamo attrezzati in modo da garantire un servizio migliore”.

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