Movida e sicurezza: “Rancio un dormitorio, il Libero ai giovani”

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LECCO – Sonni tranquilli e città dormiente, oppure locali animati e città viva anche in notturna? La lettera inviata da Adriana Redaelli, insegnante residente in paese, pone importanti spunti di riflessione guardando in modo particolare ad un rione di Lecco e ad un luogo simbolo dell’aggregazione per il capoluogo manzoniano: la frazione di Rancio e il Circolo Libero Pensiero.

Da animato quartiere operaio, Rancio sta diventando un quartiere dormitorio – denuncia Adriana – Capisco che chi torna a casa alla sera abbia voglia di riposarsi. E che sia una legittima aspirazione di chiunque quella di godersi le serate del fine-settimana in santa pace. Ma è anche un sacrosanto diritto dei giovani quello di poter stare insieme”.

Gli episodi di vandalismo avvenuti nel rione, però, hanno spinto ben 160 residenti a sottoscrivere una petizione presentata al sindaco Brivio, denunciando come questi atti di teppismo avvengano in prossimità del Circolo Libero Pensiero, quest’ultimo grande attrattiva per i giovani (vedi articolo).

Nella lettera, Adriana Redaelli spezza una lancia nei confronti dell’operato e della figura rappresentata dal Libero per la città, rivelando come, il tema della sicurezza e del rispetto delle regole, molto spesso sfugga agli stessi residenti e a chi dovrebbe controllare:

Mi chiamo Adriana Redaelli, ho settantatre anni, ma sono tuttora un’insegnate. Nel 2005 sono tornata ad abitare a Rancio, in via Brogno, 6 nella casa dove sono nata e cresciuta.Divenire socia del Circolo Libero Pensiero è stata la prima cosa che ho fatto ritornando. Sono onorata di esserlo.

Spiegherò perché. Questa sonnolenta città, che è la mia città, offre davvero poche occasioni per fare conoscenze stimolanti, stare insieme discutere, o solo chiacchierare, mangiare bene e a buon prezzo, ascoltare musica, incontrare amici, divertirsi.
Essere socia del Circolo, invece, mi fa sentire parte di una comunità che affonda le sue radici nella tradizione pluralista, democratica e laica del rione di Rancio.

Per oltre sessant’anni il Circolo ha accolto ed educato centinaia di persone svolgendo un lavoro culturale, civile e politico di grandissima importanza. Al Libero io porto i miei nipoti (quando vengono a trovarmi da Milano o da Boston o da Genova). Per loro le feste del Libero, i concerti della banda, le danze popolari sono fatti memorabili. Al Libero ho conosciuto persone indimenticabili e ho partecipato ad iniziative culturali che mi rendono fiera di essere una cittadina del rione di Rancio.

Oggi, da animato quartiere operaio, Rancio sta diventando un quartiere dormitorio.

Capisco che chi torna a casa alla sera abbia voglia di riposarsi. E che sia una legittima aspirazione di chiunque quella di godersi le serate del fine-settimana in santa pace. Ma è anche un sacrosanto diritto dei giovani quello di poter stare insieme. E devo dire che i giovani di Lecco si accontentano di molto poco.

Certo, i giovani possono essere piuttosto fastidiosi, chiassosi e turbolenti, ma non possiamo limitarci a pretendere che stiano lontani dalle nostre finestre e vadano a fare chiasso altrove senza che la città soddisfi, se non in misera parte, il loro bisogno di cultura, di socializzazione, di musica, di divertimento.

Il Circolo Libero Pensiero offre ai ragazzi (e alle loro famiglie) un luogo protetto dove andare la sera e i volontari del circolo garantiscono il più possibile che le serate si svolgano serenamente.

Farei un’ultima considerazione a proposito del termine “osservato speciale”appioppato al rione di Rancio nell’articolo del signor Lorenzo Colombo comparso in LeccoNotizie del 6 novembre.

Quasi ogni giorno mi ritrovo a fare una pericolosa gimkana tra le automobili dei residenti della via Don Bosco che, posteggiate sulla curva o davanti alla porta di casa, costringono i pedoni a camminare in mezzo alla strada e le automobili a spostarsi sulla sinistra in curva, mentre nel posteggio – solo qualche metro più in là – ci sono posti permanentemente vuoti. Non ho mai visto un solo “osservatore”, non una multa, non un cartello che vieti la sosta. Forse chi pretende legalità e rispetto da parte dei ragazzi dovrebbe essere il primo a dare esempio civiltà.

Quale Socia del Circolo Libero Pensiero e residente di Rancio sarò quindi molto lieta di prendere parte all’incontro tra i residenti e i responsabili del Circolo il 28 novembre prossimo“.