NATALE: si taglia su regali e vacanze, ma non sul cenone

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LECCO – A Natale la crisi economica si “mangia” regali e viaggi, ma non il cenone della vigilia. Nonostante le tredicesime già impegnate per le scadenze fiscali di fine anno e i rincari al dettaglio di alcuni prodotti come torrone e lenticchie (rispettivamente +2,5% e +2%), le famiglie non rinunceranno alle tradizioni enogastronomiche e per il carrello alimentare delle festività alle porte manterranno lo stesso budget del 2011. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in base alle rilevazioni compiute nei giorni scorsi sulle intenzioni d’acquisto degli italiani in vista delle vacanze natalizie.

“Secondo i nostri dati – spiega la Cia – quest’anno solo il 19 per cento degli italiani spenderà meno per cibo e bevande, mentre l’81 per cento lascerà praticamente inalterato il budget per il cenone della vigilia e per i pranzi di Natale e Santo Stefano. Più in dettaglio, ogni famiglia sborserà in media 141 euro per imbandire le tavole delle feste. Con una spesa complessiva stimata in 3,23 miliardi di euro, cioè lo 0,9 % in più dell’anno scorso”.

“Anche se aumentano gli oneri fiscali, a partire dalla stangata dell’Imu, e la riduzione del potere d’acquisto è davvero forte (dal 2008 -13%), le famiglie non rinunceranno a panettone, spumante e piatti della tradizione -osserva la Cia – preferendo piuttosto stringere i cordoni della borsa su regali e settimana bianca. La spesa per i doni natalizi subirà infatti una flessione del 9 per cento rispetto al 2011, mentre quella per i viaggi diminuirà fino al 4 per cento”.

Gli acquisti , come sottolinea l’associazione – saranno comunque più oculati, con prodotti e specialità enogastronomiche legate al territorio e alle tipicità regionali. “Niente spese folli, quindi: salmone, ostriche, caviale e frutta esotica verranno consumate con il contagocce. Mentre ancora una volta lo spumante trionferà sullo champagne, con oltre il 95 per cento dei brindisi rigorosamente tricolore”.