MANDELLO – Una manifestazione così partecipata a Olcio non si era mai vista. Molti olcesi mercoledì sera hanno riempito la piazza della chiesa con campanelli e campanacci che hanno dato quel tocco folcloristico che non ha guastato in quella che è ormai divenuta una vera e propria battaglia di paese per ripristinare i rintocchi delle campane zittite dal parroco dopo un paio di richieste/proteste.
“Olcio unita per le proprie tradizioni”, la manifestazione spontanea e pacifica a favore dei rintocchi promossa da Massimo Gilardoni e Giorgio Fasoli, ha avuto un grande successo. Il sostegno della gente è stato evidente e chiaro. Il “corteo”, mercoledì sera, si è snodato per le vie interne del paese con ordine e in modo pacifico. Ci sono state un paio di tappe spontanee in due punti, probabilmente non casuali, dove sono stati fatti sentire campane e campanacci.
“Abbiamo fatto tutto affermano Gilardoni e Fasoli – nel rispetto del prossimo che però non deve essere travisato in ‘non dissenso pacifico’ ad un atto che ha coinvolto Olcio”.
Prima della partenza è stato detto al Parroco, don Mario Tamola, che una larga parte della gente si aspetta la pubblicazione della missiva che ha portato al ‘silenzio notturnoì: “La gente vorrebbe capire meglio! Si ritiene infatti che il silenzio notturno (legittimato dalla legge diocesana) sia un atto pubblico che coinvolge pubblicamente la popolazione. Ne consegue che, anche le richieste (senza per questo “crocifiggere” nessuno) debbano essere pubbliche per avere quella trasparenza e chiarezza che sono la caratteristica di un paese unito. Il pettegolezzo, il passa parola, le dicerie sono cose dannose per una comunità. La trasparenza è sempre la miglior via”, fa sapere Gilardoni.
Oltre al corteo pacifico, si sono raccolte le firme un un totale di circa 150, raccolta che continua. “Sicuramente le manderemo alla Curia di Como come atto simbolico, come testimonianza di un fatto che moltissimi non hanno accettato di buon grado la decisione di zittire le campane – fanno sapere Fasoli e Gilardoni – chissà mai che si possa rivedere la regola promossa dall’allora Vescovo di Como Monsignor Maggiolini e di cui i richiedenti si sono avvalsi per avere le campane a mezzo servizio”.