MANDELLO – Oggi, prima che avessero inizio le esequie di don Costante Tencalli nella chiesa del “Sacro Cuore”, il parroco don Pietro Mitta ha dato lettura dello scritto fatto pervenire da Hong Kong da padre Mario Marazzi.
Questo il testo del messaggio inviato dal missionario mandellese: “Caro don Costante, il mio primo incontro con te risale al lontano 1942. Avevo da poco iniziato a lavorare alla Icma, dove ti vidi all’opera nello stabilimento. Seppi poi del tuo desiderio di farti prete. Ti incontrai varie volte alla scuola privata delle Suore, allora nei locali dell’oratorio di San Lorenzo. Venivi giù da Luzzeno con gli zoccoli per prendere lezioni da suor Ambrogia, così da prepararti a ritornare sui libri di scuola che avevi lasciato da tempo”.
“Una vecchia fotografia che alcuni comuni amici mi hanno fatto avere di recente – aggiunge padre Marazzi – ti mostra chierico con la veste assieme a noi frequentatori dell’oratorio. Ancora non sapevo il piano che Dio aveva su di me. Diventato missionario, una quarantina d’anni fa ti rividi a Hong Kong, venuto con alcuni amici preti durante un tuo giro per il mondo. Ricordo come ti fece piacere incontrare in parrocchia alcuni giovani cinesi battezzati da poco. Grazie della tua testimonianza di prete simpatico, pronto alle facezie. Ci rivedremo lassù. Ormai mi manca poco”.
Significativo anche il ricordo che di don Costante Tencalli delinea don Vittorio Bianchi, che nel maggio 2014 aveva celebrato a Mandello il cinquantesimo anniversario della propria ordinazione sacerdotale, insieme a don Ambrogio Balatti. A quel rito eucaristico nella chiesa del Sacro Cuore c’era, quella sera, anche don Tencalli. Ora don Vittorio, da cinque anni parroco ad Abbadia Lariana, ricorda così il sacerdote scomparso:
“Ricordo don Costante come sacerdote pieno di brio e fantasia. Ero ragazzo quanto partecipavo alla colonia in Mandello. Ricordo ancora una delle tante canzoni filastrocca che ci insegnava. Una diceva: C’è un paese a questo mondo che ha nome di Mandello. E’ un paese molto bello, assai più bello della città. A Mandello c’è la Guzzi e la Guzzi è una moto. Quando gira fa pot pot per le vie della città. Per tutti (ed eravamo in tanti ragazzi!) c’erano indirizzi e businade simpatiche, gustose, ilari. Per farci memorizzare la dottrina inventava parole speciali, le cui lettere e vocali permettevano un ricordo facile”.
“Rammento poi la serenità e la positività nei suoi giudizi su persone e cose, anche su quelle più scabrose – aggiunge don Vittorio – Ricordo ancora con piacere, quando ero adolescente, la visione bella e positiva riguardante anche l’anatomia della donna. E poi c’è da sottolineare l’allegria e la gioia che diffondeva sempre, a larghe mani a tutti. Un grande prete che ho stimato infine per la sua profonda umiltà. Ora è in Paradiso e ci guarderà con piacere, aiutandoci per il suo ricordo a vivere quelle testimonianze belle e affascinanti che ci ha regalato”.