LIERNA – “Puchifa è una montagna che si trova nella regione di Chiang Rai e sorge vicino al confine con il Laos. Siamo a 1.600 metri sul livello del mare… Per far funzionare una struttura che ospita 150 persone come il nostro Centro ci vuole gente disponibile e pronta a pronta a sacrificare il proprio “io” con pazienza e dedizione”.
A scriverlo è padre Alberto Pensa, liernese, appartenente ai preti del Sacro Cuore di Betharram, da decenni missionario in Thailandia.
Ad affiancarlo vi sono due confratelli, mentre 12 ragazze di età compresa tra i 18 e i 26 anni, alcune delle quali frequentano l’Università il sabato e la domenica, si dividono i vari compiti di accompagnamento delle bambine e dei bambini delle elementari e delle ragazze più grandi.
“Non si tirano mai indietro – scrive padre Pensa, classe 1940 – e aiutano anche nella sartoria, assistono i catechisti dei villaggi, che non hanno dimestichezza con la lingua thailandese, durante le loro riunioni. Così il viaggio a Puchifa ha voluto essere un premio ampiamente meritato…”.
Nei sogni di padre Alberto vi era, da tempo, la realizzazione di una chiesa da dedicare a Sant’Ambrogio. E per raggiungere questo scopo anni fa il missionario liernese aveva acquistato un appezzamento di terreno da utilizzare per costruirvi appunto una cappella quando se ne fosse presentata la necessità.
Un anno fa il cantiere è stato aperto. Qualcuno ha offerto le tegole per il tetto, altri i mattoni, qualche altro le piastrelle per il pavimento. Si è così potuta costruire una chiesa più grande rispetto all’idea originaria e lo scorso 31 agosto l’edificio è stato benedetto e tutte le ragazze e i ragazzi del Centre Catholic Holy Family vi hanno partecipato.
“Quel giorno il vescovo di Chiang Mai, monsignor Francis Xavier Vira Arpondratana, è arrivato all’imbocco della strada che porta al villaggio – scrive padre Pensa – e tutti volevano stringergli la mano secondo la tradizione Akha. Poi il vescovo mi ha chiesto come mai avevo pensato di dedicare la chiesa a Sant’Ambrogio e io gli ho risposto che dopo 40 anni di presenza in Thailandia mi è sembrato opportuno lasciare un segno, pensando alla mia chiesa, la chiesa di Sant’Ambrogio a Lierna dove sono stato battezzato, cresimato, dove ho ricevuto per la prima volta l’Eucarestia e dove ho celebrato la mia prima messa”.
Il missionario liernese ricorda quindi la benedizione, avvenuta pochi giorni prima di Natale, di un’altra chiesa dedicata a Gesù misericordioso, con un pensiero rivolto alla cappella dell’Alpe di Lierna voluta e costruita dagli alpini, da sempre vicini a padre Alberto.
Quindi un pensiero per Camilla, giovane comasca di Albavilla che l’estate scorsa si era recata presso il Centro thailandese di padre Pensa volendo svolgere un’esperienza in missione, raggiunta qualche tempo dopo da una zia. In proposito, il missionario ricorda come lei stessa abbia successivamente scritto che “al Centro tutto funziona alla perfezione”.
“Nessuno si lamenta, nessuno è mai arrabbiato – affermava la giovane comasca – e tutto sembra dominato dalla serenità e dalla tranquillità, quella serenità che sono riusciti a trasmettere anche a me nel mio breve soggiorno. Certamente ogni loro sorriso è stata per me la piena realizzazione della mia esperienza”.
Nello scritto di padre Alberto Pensa si legge ancora: “A metà agosto ecco Chiara, Elena e Lucia, che fanno parte del Gruppo missionario giovanile della Parrocchia dei frati di Lecco e che ogni anno vivono un periodo in terra di missione… Poco dopo ecco arrivare anche mio fratello Lino con Virginia, mia nipote Sara e Fabio. Insieme abbiamo ricordato il venticinquesimo anniversario della morte di monsignor Lacoste (primo vescovo di Chang Mai, ndr) e visitato alcuni villaggi”.
“Insieme – conclude il missionario – abbiamo vissuto l’inaugurazione della chiesa dedicata a Sant’Ambrogio. Ora il 2014 sta finendo, ma non certo le visite. E’ arrivato Giovanni, che lavora al Centro missionario di Albavilla, con Chiara. E con loro trascorreremo l’inizio del nuovo anno”.
Dalla Thailandia ecco dunque in questi giorni di fine anno un’altra voce cara alla gente del Lago e in particolare ai liernesi. Una voce da una terra lontana, una voce amica.