Pescate. Redaelli: “Resto in consiglio e mi difenderò al processo”

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Roberto Redaelli, consigliere comunale di Pescate
Roberto Redaelli

PESCATE – Non si autosospenderà dal ruolo di consigliere comunale  e punterà dimostrare la sua innocenza in tribunale: così Roberto Redaelli replica a Tore Rossi, ex sindacalista oggi alla guida del servizio Cesea per disoccupati e adulti in difficoltà che nelle ultime settimane si è rivolto più volte al sindaco di Pescate, Dante De Capitani, al prefetto e nell’ultima sua lettera anche al ministro Minniti, affinché Readaelli facesse un passo indietro rispetto al suo incarico in consiglio comunale a Pescate (articolo precedente).

Già quest’oggi, mercoledì, era prevista la prima udienza dell’inchiesta sulle presunte vessazioni subite dai dipendenti della Gilardoni Raggi X, di cui Redaelli era a capo del personale e oggi imputato nel procedimento insieme all’ex titolare Maria Cristina Gilardoni. Udienza poi rinviata al 19 luglio per lo sciopero degli avvocati.

“Con riferimento alle reiterate richieste, avanzate in questi mesi da parte del sig. Rossi, di un mio allontanamento dal consiglio comunale di Pescate, e in particolare alla lettera ieri inviata a numerose Istituzioni Repubblicane, sulla base delle accuse mosse nei miei confronti in relazione ai fatti che hanno coinvolto alcuni dipendenti della Gilardoni s.p.a., tengo a precisare che sono fermamente convinto di poter dimostrare nell’imminente processo l’infondatezza di tali addebiti” scrive Redaelli in una nota.

“In tutti questi anni di intenso lavoro presso la Gilardoni ho sempre cercato di svolgere al meglio i compiti assegnatimi con il massimo impegno e serietà avendo sempre come unico obbiettivo il bene dell’azienda – prosegue – In ogni caso, ritengo non vi sia alcuna valida ragione, nemmeno di opportunità politica, di rinunciare al ruolo che assolvo con dedizione e con orgoglio in seno alle istituzioni locali, venendo così meno al mandato affidatomi dai cittadini di Pescate, non essendovi alcuna sovrapposizione tra questa attività e quelle accuse rispetto alle quali, come detto, ribadisco la mia totale estraneità che sono certo emergerà nel corso del giudizio. Questo, peraltro, credo sia l’atteggiamento più rispettoso tanto della volontà popolare quanto dei principi e delle garanzie sanciti dalla nostra Costituzione, che sta a cuore a me almeno quanto al sig. Rossi, tra i quali la presunzione di innocenza affermata dall’art. 27 cost”.