Posta, parlamentari lecchesi contro la consegna a giorni alterni

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LECCO – “La posta deve essere consegnata, in maniera continuativa, cinque giorni su sette e non solamente a giorni alterni. Insieme a diversi altri colleghi deputati, ho quindi depositato un’interrogazione in merito presso il Ministero competente chiedendo che venga rispettata l’ultima Direttiva europea in materia, allo scopo di scongiurare ulteriori disagi per i cittadini che hanno diritto ad un servizio postale puntuale e quotidiano”.

 

L’on. Gian Mario Fragomeli

Lo annuncia Gian Mario Fragomeli, deputato lecchese del Partito Democratico: “In diverse aree del nostro territorio» spiega Gian Mario Fragomeli – è infatti già in atto il cosiddetto “modello di recapito a giorni alterni” che ha interessato progressivamente il territorio italiano già a partire da ottobre 2015. Tale nuovo piano di recapito riguarderebbe, in una fase successiva, anche gli invii prioritari come le raccomandate INPS, gli avvisi dell’Agenzia del Territorio e di Equitalia, i telegrammi – ad esempio delle ASL o delle Scuole – o ancora i quotidiani e i settimanali. Ciò, come è evidente, sarebbe causa di prevedibili e inopportuni disagi per tutti i cittadini”.

“La Direttiva europea recentemente approvata a Strasburgo -continua il parlamentare democratico – sottolinea invece proprio l’importanza di fornire un servizio universale di alta qualità a condizioni accessibili, comprendente almeno cinque giorni di consegna e di raccolta a settimana per tutti i cittadini, in evidente contrasto con la modalità di consegna della corrispondenza a giorni alterni prevista dal piano di riorganizzazione di Poste Italiane”.

L’on. Veronica Tentori

Anche la collega di partito, l’on. Veronica Tentori si associa alle parole di Fragomeli: “E’ ormai un dato di fatto che il nuovo sistema di consegna attuato da Poste Italiane non sta dando i risultati sperati. Poiché i disagi lamentati legittimamente da utenti e imprese del territorio lecchese sono all’ordine del giorno e senza alcuna soluzione all’orizzonte, ho ritenuto doveroso presentare un’interrogazione al Ministero dello Sviluppo Economico, che si aggiunge alle centinaia presentate anche da colleghi parlamentari di tutta Italia, per sapere come intenda provvedere a sanare il disservizio arrecato alla cittadinanza e soprattutto per capire se Poste Italiane possa risultare inadempiente rispetto al contratto di programma 2015/2019 che la obbliga ad erogare un servizio universale in tempi consoni”.

“La consegna, non rispettata, della corrispondenza a giorni alterni, la privatizzazione in atto dell’azienda e la carenza di organico negli uffici postali aggravata dall’uscita di ben 4800 addetti, di cui solo il 20% in Lombardia, rischiano perciò di aggravare ulteriormente la situazione. A mio avviso – continua l’on. Veronica Tentori – si inficia non solo il concetto stesso di servizio universale, per il quale Poste Italiane percepisce contributi statali, ma andando più nel concreto, si mette a rischio l’utenza che non ricevendo in tempo utile bollette e altri documenti fiscali rischia di doverne pagare anche le conseguenze”.