L’incontro aveva prospettive interessanti, nascendo dalla presentazione del libro “Lo Stato bisca” di Carlotta Zavattiero (Ponte alle Grazie, 14 euro). Ma vari intoppi lo hanno connnotato in forma vagamennte surreale, ben al di là delle intenzioni degli organizzatori, obiettivamente spiazzati dall’andamento della serata.
Esordisce l’autrice. Il volume tratta della “malattia del gioco” e di chi tiene il banco, con accuse dirette, a partire dal titolo, al ruolo da ‘biscazziere’ dello Stato. All’inizio le slide con i dati sul fenomeno forniscono numeri impressionanti (crescita del 25% in un anno, un giro ufficiale da 55 miliardi di euro) poi però nel dettagliare il contesto la Zavattiero, forse emozionata, si inceppa più volte e la sua esposizione procede con difficoltà.
Interviene poi Giorgio Mazzoleni dell’ASL di Lecco, che sul tema ha cifre e considerazioni assai diversi rispetto all’autrice del libro. La tensione tra i due è palpabile, così come l’imbarazzo di Duccio Facchini – padrone di casa che tenta generosamente di mediare.
Il senso del contrasto tra scrittirice ed esperto medico è chiaro: pur convenendo sulla gravità della situazione, con circa 3700 “patologici” nella sola provincia di Lecco, Mazzoleni punta più sul percorso personale di chi vuole uscire dalla malattia-gioco mentre l’approccio della Zavattiero è sociologico e tendente a drammatizzare un quadro comunque preoccupante.
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Interessante, a seguire, l’ammissione della “sconfitta” da parte di Corrado Conti di Qui Lecco Libera, calolziese che ha raccontato l’esperienza traumatica del famoso caso della sala da gioco alla fine aperta nel suo paese “A causa dell’intervento della Questura, che in 20 giorni ha rilasciato i permessi”. Conti ammette anche il rovello dell’antiproibizionista convinto, che però sul tema specifico è per i divieti – ma alla fine deve incassare la batosta. Con una piccola soddisfazione: “Se non altro, con tutto quello che è emerso nella battaglia sulla sala giochi di Calolzio, oggi chi ci entra lo fa in qualche modo con vergogna…”.
Al di là di qualche caduta di vario genere, l’iniziativa a Lofficina della musica di via Plava è stata utile per fare il punto su un mondo talmente rilevante da coinvolgere il 66% degli italiani, con uan spesa media di duemila euro annui a testa, sette miliardi investiti nei giochi solo a settembre 2011 e una quantità sbalorditiva di “malati”: 600mila in totale, 110mila in Lombardia e come detto quasi 3700 solo nel lecchese. Dove nell’ultimo anno poco più di una settantina ha deciso di farsi aiutare dall’ASL.