LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Antonio Pasquini, rappresentante lecchese nel consiglio di amministrazione del Casinò di Campione in merito ad un progetto avviato dalla casa da gioco.
“La questione del gioco in Italia sta assumendo contorni preoccupanti e purtroppo questa piaga sociale viene spesso affrontata con pressapochismo. Da parte dello stato centrale inoltre non esiste la volontà di pervenire ad una regolamentazione chiara in grado di tutelare il giocatore da un lato e i rischi sociali derivanti dal gioco compulsivo dall’altro. Miopemente lo stato continua a legiferare in modo confuso preferendo fare cassa immediata – dalle percentuali sul giocato- in modo di coprire nell’ immediato i buchi di bilancio,
Emblematica in particolare la questione del condono delle concessionarie, in quanto si è scelto di non voler tassare le potentissime lobby dei provider accentandone l’elemosina, infatti dei 2,5 miliardi stabiliti dalle corte dei conti lo stato, per coprire l’ imu, si accontenterà di incassare 600 milioni dagli ‘sbadati concessionari’ che tra il 2004 e il 2006 si ‘erano dimenticati’ di collegare le slot machine dei locali pubblici al sistema informatico della Sogei a insaputa dei gestori dei locali. Provi il cittadino a dimenticarsi di pagare un divieto di sosta e dopo sei anni ha il fermo amministrativo della macchina!!!
Lo stato centrale quindi si preoccupa di recuperare entro il 15 novembre gli spiccioli delle multe, incurante degli effetti sociali del gioco e della ludopatia che spesso ricadono sulle famiglie e sugli enti locali che si trovano a dover fronteggiare da soli una situazione preoccupante. L’ unico segnale che viene in questo senso è della regione Lombardia che ha presentato ben due progetti di legge per arginare il GAP ( gioco d’azzardo patologico ) e dal casino’ di Campione che, impegnato in una difficile opera di risanamento dei conti della casa da gioco, ha ideato un progetto serio e concreto per contrastare questo fenomeno che ha effetti sociali devastanti.
In Italia nell’ anno appena trascorso i cittadini hanno giocato 90 miliardi di euro e vi sono, secondo le stime del dipartimento nazionale per le politiche antidroga su dati dei Centri dipendenza delle Asl, circa 800 mila giocatori patologici. Questi 800 mila giocatori patologici incidono sulle casse dello stato per circa sei miliardi a causa della complesse serie di problematiche che l’azzardo comporta.
Il casinò di Campione si è fatto promotore del progetto save the game e ha attivato tutta una serie di procedure per escludere i clienti che si stanno rovinando per il gioco compulsivo. Il progetto ‘Save the Game’ si basa sugli otto principi già approvati due mesi fa dalla European Casino Association a Vienna e basati sul Code of Conducts.
Nel casino’ verrà infatti istituita la figura del ‘ Gioco d’azzardo patologico (GAP) manager’ una figura che seguirà il progetto ‘save the game’ e che si avvarrà dell’ ausilio di psicologi e professionisti all’interno della struttura . inoltre previo segnalazione delle famiglie si potranno inibire i giocatori compulsivi dalla casa da gioco.
Mentre lo stato dorme schiavo della dolce contraddizione di far cassa e dover individuare soluzioni per risolvere gli aspetti patologici del gioco d’azzardo, sono gli enti locali a muoversi in modo concreto. E in quest’ottica di sonnolenza centrale ben vengano codici di condotta interni con l’ausilio di figure qualificate che, sulla scia della direzione presa dal Casinò di Campione, possono divenire un solido aiuto per le famiglie, senza mortificare i giocatori non seriali o patologici”.