Sagre e Feste popolari, Confcommercio chiede la regolamentazione

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Sagra-del-Taleggi-Ballabio-25-04-13-11LECCO – Le due proposte giunte in Regione ora al vaglio della IV Commissione con cui si vorrebbero disciplinare e regolamentare Sagre e feste popolari ha sollevato un gran polverone. In particolare lo scopo delle due proposteè quello di arrivare a contenere le autorizzazioni comunali temporanee per la somministrazione di alimenti e bevande in occasione di manifestazioni pubbliche. Su questo punto in molti hanno arricciato il naso e qualche sindaco ha manifestato una certa perplessità e qualcuno lo ha fatto in modo alquanto chiaro.

Di parere diametralmente opposto, Confcommercio Lecco, favorevole alla regolamentazione che fa sapere: “La nostra speranza è che si trovi al più presto la massima condivisione da parte delle forze politiche regionali – sottolinea il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva – Ben venga una regolamentazione delle sagre e delle feste popolari. Sia ben chiaro: nessuno contesta il valore sociale di questi momenti di aggregazione e di ritrovo. Ma anche sul nostro territorio abbiamo assistito a delle vere e proprie esagerazioni con feste che spuntano dal nulla e con manifestazioni che si susseguono senza soluzione di continuità. Che la Regione voglia mettere mano a questa materia è positivo. Intanto chiediamo ai sindaci più attenzione per le categorie produttive e un impegno maggiore nell’amministrare senza pensare a un possibile tornaconto elettorale che può derivare dall’accogliere la richiesta di questa associazione o di quell’altro gruppo”.

Scondo Confcommercio e ovviamente secondo da Dario Violi (Movimento 5 Stelle) e Alessandro Sorte (Forza Italia) consiglieri che hanno presentato le due proposte, a essere danneggiati sono soprattutto i pubblici esercizi: “Bar e ristoranti devono far fronte a una ‘concorrenza sleale’ e devono combattere contro questo proliferare di manifestazioni che durano settimane e settimane – prosegue Riva – Lo ripetiamo, nessuno contesta le associazioni o le realtà che da queste sagre hanno modo di trovare risorse per finanziare progetti e iniziative lodevoli spesso con ricadute sul territorio. Ma è altresì necessario porre un limite, un freno, perché ciò non vada a discapito delle realtà imprenditoriali che pagano la Tari, l’Imu, le insegne, l’occupazione del suolo… Esercizi che sono sottoposti a rigorosi controlli sulla sicurezza e sull’igiene”.

Il direttore Riva conclude: “Chiediamo che siano limitate le sagre e la loro durata quanto meno nell’aspetto della somministrazione. Serve più attenzione nella predisposizione dei calendari per evitare che, soprattutto in alcune località del lago o della Valsassina, ci siano i mesi estivi pieni di manifestazioni in ogni week-end. E condividiamo la posizione di Confcommercio Lombardia che ha anche chiesto di limitare anche come proporzione la zona destinata al “food” nelle diverse sagre e che ha proposto di predisporre un elenco che “certifichi” la genuinità delle diverse iniziative”.

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