LECCO – La libertà è un cavallo azzurro: lo è per i degenti delle strutture psichiatriche, per i loro familiari, per volontari delle associazioni che si occupano di disagio mentale, una creatura di legno che continua a galoppare perché la strada per migliorare le condizioni di vita di soffre di una malattia psichica è ancora lunga da percorrere.
Per questo Marco Cavallo è giunto anche a Lecco, invitato dal Forum Salute Mentale di Lecco, sfilando in corteo con gli studenti e le associazioni per sensibilizzare il cittadino sulla situazione dei malati mentali e per chiedere alle istituzioni di fare di più.
Il celeste quadrupede è la celebre invenzione dello psichiatra Franco Basaglia, ispiratore della legge che nel 1978 ha sancito la chiusura dei manicomi; lo stesso cavallo che, cinque anni prima, aveva guidato il corteo dei pazienti fuori dalle mura dell’ospedale psichiatrico di Trieste.
Ieri come oggi, Marco Cavallo, coi suoi quattro metri di altezza, ha svettato lungo le vie della città con al seguito gli studenti della media Stoppani, del Medardo Rosso, del Bertacchi e del Badoni, i ragazzi del comunità il Gabbiano e del Sesto Senso di Bellano e il Corpo Musicale Brivio di Rancio.
“Si sono messe in moto tante energie a Lecco per questo arrivo, abbiamo attirato l’attenzione della città sul tema della salute mentale che va riportato al centro della discussione, ci sono problemi che devono essere risolti – ha spiegato Guerrino Donegà, coordinatore del Forum Salute Mentale – La rivoluzione avviata da Basaglia non è ancora stata compiuta. Ci sono servizi che devono funzionare in modo diverso. Le risorse devono essere investite meno in residenzialità e ricoveri, di più invece perché le persone possano essere curate a casa, nel proprio contesto sociale e possano accedere a servizi davvero aperti. Non visite e farmaci ma soprattutto ascolto, in favore della dignità e dell’integrità della persona”.
Oltre 4 mila sono i pazienti in cura presso le strutture sanitarie lecchesi. “Il tema del disagio mentale è molto attuale – ha sottolineato l’assessore comunale ai Servizi Sociali, Riccardo Mariani – la presenza di Marco Cavallo è fondamentale per continuare a mandare un messaggio di apertura e inclusione sociale verso chi soffre di una malattia mentale. Il tema resta tutt’oggi complicato e difficile. Un simbolo così forte aiuta tutti noi ad interrogarci sulla dimensione del disagio mentale e a non averne paura, nella coscienza che c’è possibilità di inclusione sociale per tutti”.
Oltre 4 mila le persone in carico ai servizi di salute mentale nella provincia di Lecco. “Qui non siamo all’anno zero – ha proseguito Donegà – ci sono molti problemi ma anche energie in movimento, ci sono tanti operatori che hanno voglia di cambiamento. Il dramma riguarda il Centro Psico Sociale che dal 2000 attende una risposta”.
La struttura, posta in via Ghislanzoni, è rimasta collocata nel vecchio edificio dell’ex ospedale, oggi di proprietà del Politecnico, in affitto e sotto sfratto. La competenza sulla situazione è in capo all’Azienda Ospedaliera. “ E’ in condizioni fatiscenti, inaccettabili per gli utenti che lo frequentano e per chi ci lavora – ha denunciato Donegà – Bisogna che con la massima urgenza vengano individuate delle soluzioni alternative”.
Una prima risposta è giunta in mattinata dal sindaco Brivio, intervenendo dal piazzale antistante il comune dove Marco Cavallo si è fermato insieme al corteo. “Rinnoviamo la nostra disponibilità all’ospedale e a Regione Lombardia, esistono nel patrimonio pubblico lecchese delle possibilità per trovare altre strutture dove ospitare il servizio. Avremo modo nelle prossime settimane, tramite il nostro assessorato all’edilizia, di effettuare una verifica e cercare insieme una soluzione”.