Tantissimi i giovani amici che si sono stretti attorno alla famiglia in questo difficilissimo frangente
“Adesso è arrivato il momento di reagire, il modo migliore per contrastare la morte è con la gioia di vivere”
In tanti, tantissimi, sono giunti nella chiesa di Rancio Basso per dare l’ultimo saluto a Silvia Brambilla, 26enne di Lecco morta in un tragico incidente avvenuto all’alba di martedì scorso a Treviolo, alle porte di Bergamo. I giovani amici hanno gremito la chiesa e il sagrato per far sentire tutto il loro affetto a una famiglia duramente provata dal dolore.
A celebrare il funerale il parroco don Claudio Maggioni che, non senza difficoltà, ha cercato di trovare le parole più adatte davanti a una simile tragedia: “Nessuna parola da parte del Signore sembrava essere adeguata, ma ecco che la parola si ripropone come il pane quotidiano, come il fuoco che anche sotto la cenere scalda. Ad abbracciarci oggi non sono primariamente le nostre belle montagne che fanno da corona al nostro quotidiano, ma la Vergine Santissima, Madre di Dio. Stiamo in questo abbraccio, abitiamo questo abbraccio perché è verità di fede, Maria è colei che ci guida, ci consola, ci tiene sotto il suo manto”.
“A ciascuno di noi rivolgo un’esortazione, in particolare a papà Massimo, a mamma Laura, a Chiara e Martina: indugiamo nello stare sotto il manto di Maria – ha continuato il parroco -. Silvia era vivace, saltellante, irrequieta, affamata di vita, proprio come Maria, per un progetto buono, per una buona notizia. Quello che Silvia è stata in tutto questo suo essere vivace è buona notizia per noi, che neppure questa morte cancella”.
Particolarmente affettuoso e commosso il saluto della sorella: “Da quando sei stata strappata via non riesco a provare rabbia, ciò che sento è solo un silenzio assordante. Siamo cresciute con valori inestimabili grazie a mamma e papà, spesso ci siamo chieste se anche noi avremmo mai vissuto un amore come il loro. In questi giorni, però, sto scoprendo un nuovo significato di amore: ciò che abbiamo provato noi cinque negli ultimi anni è una forza a cui aggrapparsi. Cara Silvia, la tua intelligenza e sensibilità si riflette nelle tue amiche e nei tuoi amici più cari, e ritrovo in ognuno di loro una parte di te. Adesso è arrivato il momento di reagire, il modo migliore per contrastare la morte è con la gioia di vivere. Ringrazio il cielo di non avere rimorsi in sospeso con te, ma solo progetti futuri. Ti ho sempre vissuto come un regalo, troppo bello per essere vero. Sono così grata e in pace con me stessa per esserti stata accanto in ogni fase della tua vita e non essermi mai persa nulla. Con la speranza di ritrovarci presto sotto un cielo stellato, raggiungerò più cime possibili per sentirti più vicina. Non esiste nessuna realtà che ci divida. Ti cercherò nella natura più sola e coglierò il tuo sorriso in ogni passante con la possibilità di riviverti ogni giorno”.
A queste parole si sono aggiunte quelle degli affetti più vicini: “Lasci un vuoto immenso, come immensi erano i tuoi sogni e tutti i tuoi progetti di vita. Progetti di cui parlavamo proprio pochi giorni fa, sedute a tavola, spensierate e con lo sguardo rivolto al futuro. La tua imminente laurea magistrale, il tuo lavoro da giovane imprenditrice, i tuoi viaggi… mi sembra impossibile che un evento così tragico abbia potuto strapparti alla vita in modo così repentino e crudele. E’ straziante, è un dolore tagliente che lascia tutti increduli, mi aggrappo alla speranza che tu sia abbracciata da un amore più grande della fragilità terrena. Prego affinché la mano di Dio ti accarezzi il volto e ti faccia volare alto, alto oltre il male che ti ha investita ingiustamente. Signore, ti prego, infondi la forza a zia Laura, a Massimo, a Chiara e Martina e a noi tutti di ritrovare la forza e la fede per affrontare il faticoso cammino della mancanza e della sofferenza”.
Ad accompagnare Silvia nel suo ultimo viaggio due ali di folla, giovani vite piene di speranze, volti rigati dalle lacrime che con la sola presenza hanno fatto sentire tutto il loro amore per un’amica strappata alla vita troppo presto.