VARENNA – “Ero a Lezzeno e stavo raggiungendo la mia auto, parcheggiata sul piazzale del Santuario, quando sono stato aggredito da una persona che dopo essersi avvicinata e avermi lanciato un pesante insulto mi ha colpito al volto con schiaffi e pugni. Ho raggiunto l’ospedale di Lecco e al Pronto Soccorso, dove mi hanno medicato, hanno riscontrato un taglio all’interno della bocca, una ferita a una guancia e un’altra all’occhio sinistro, con una prognosi di sette giorni. Adesso sto meglio, ma è stata davvero una brutta esperienza, che non potrò dimenticare anche se non sono certo simili atteggiamenti a intimidirmi”.
Carlo Molteni, classe 1954, dal 2011 sindaco di Varenna, parla dell’aggressione di cui è rimasto vittima nei giorni scorsi. E’ accaduto venerdì 17 gennaio, poco prima delle 9 di mattina.
“Conosco, anche se soltanto di vista, la persona che mi ha colpito – racconta il primo cittadino – E’ un bellanese sulla cinquantina. Sapeva che quel mattino sarei arrivato a Lezzeno e avrei parcheggiato l’auto sul piazzale del Santuario. Perciò mi ha aspettato e, non appena mi ha visto, si è avvicinato e mi ha colpito. Io non ho reagito, anche perché non mi aspettavo un comportamento così violento da parte sua”.
Carlo Molteni dice di non sapersi spiegare l’accaduto. “Non so quale sia la motivazione che ha indotto quell’uomo ad aggredirmi – afferma il sindaco – ma in ogni caso mi sembra tutto molto assurdo per la gravità del gesto, che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più serie. In ospedale temevano avessi riportato anche una frattura, ipotesi fortunatamente scongiurata dall’esame radiologico a cui sono stato sottoposto”.
“Non credo possa esserci nulla di personale – aggiunge il primo cittadino della “perla del Centrolago” – dietro l’azione tanto violenta di quell’uomo”. Potrebbero esserci invece rabbia o rancore per qualche provvedimento amministrativo per così dire… sgradito? “Non lo so – risponde Molteni – So soltanto che io ho sporto querela all’autorità giudiziaria nei suoi confronti. E so che sul volto porto ancora i segni della brutale aggressione”.