Ancora una presa di posizione del Tribunale di Lecco sulla vicenda del professor Gilardi
Ieri sera, giovedì, è stata trasmessa una nuova puntata con al centro la storia del professor gentile di Airuno
AIRUNO – Un “linciaggio mediatico”. E anche un “clamore” che non va nell’interesse della persona che si vorrebbe difendere. Sono queste le parole utilizzate dalla sottosezione dell’Associazione Nazionale Magistrati del Tribunale di Lecco nel commentare la vicenda che vede protagonista Carlo Gilardi, il professor gentile, prossimo ai 90 anni, che dal 27 ottobre si trova ospitato in una casa di riposo di Lecco. “Il professor gentile è ricoverato contro la sua volontà” la ricostruzione della vicenda effettuata da Le Iene che alla vicenda hanno dedicato finora tre puntate.
Dopo la prima puntata, in cui erano stati intervistati, tra gli altri, il badante Brahim e l’avvocato di Gilardi Silvia Agazzi, il Tribunale di Lecco era già intervenuto con una nota, supportando la versione dei fatti resa, il giorno dopo la messa in onda del servizio, dall’avvocato Elena Barra, l’ultimo dei cinque amministratori di sostegno che si sono avvicendati nell’incarico dal 2017 a oggi. Sempre il legale lecchese era dovuto intervenire una seconda volta sul caso per precisare, con una nota, di non aver fatto ricorso a un Tso per trasportare Gilardi nella casa di riposo dove si trova attualmente ricoverato. E oggi, dopo l’ultimo servizio, in cui la Iena Nina Palmieri ha cercato di consegnare una lettera a Gilardi, il Tribunale è tornato sulla vicenda.
“Nelle ultime settimane il Giudice Tutelare e l’Amministratore di Sostegno, che si stanno occupando della procedura di cui è beneficiario il prof. Carlo Gilardi, sono stati sottoposti ad un ingiusto linciaggio mediatico. Si è addirittura insinuato che il sig. Gilardi sarebbe stato assoggettato ad un TSO nonostante sia persona pienamente capace, per oscuri interessi ad aggredire il suo patrimonio” si legge nella nota, in cui si precisa che “la ricostruzione della vicenda diffusa da una nota trasmissione televisiva, poi rilanciata da esponenti politici, non ha alcuna rispondenza con la reale situazione del sig. Gilardi ed ignora le ragioni per le quali la procedura è stata attivata e negli anni sono state assunte innumerevoli iniziative per sottrarlo alle situazioni di rischio e di sfruttamento a cui era esposto”.
Lo stesso avvocato Barra aveva spiegato come la Procura avesse aperto un’indagine per circonvenzione di incapace che vedeva vittima proprio lo stesso Carluccio, professore in pensione, stimato e conosciuto in tutto il paese per la sua fine intelligenza e vasta cultura.
“In particolare questa campagna mediatica ha scatenato decine e decine di commenti gravemente calunniosi, ingiuriosi e minacciosi nei confronti degli organi della procedura sui social media. Per questo ci uniamo alla solidarietà già espressa dall’Ordine degli Avvocati di Lecco all’amministratore di sostegno”.
Poi la conclusione: “Nulla di ciò che sta avvenendo è nell’interesse del beneficiario della misura di tutela. Se veramente, come si proclama, si vuole fare l’interesse di Carlo Gilardi, occorre abbassare il clamore mediatico, per consentire alle Istituzioni che si stanno occupando del suo caso di garantirgli l’assistenza ed il sostegno che le sue condizioni richiedono nell’integrale rispetto dei suoi diritti”.