Catalogo Donne Single: “condannato” anche in Cassazione

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catalogo donne single
La copertina del Catalogo

L’Avvocato Marisa Marraffino: “Grazie alle donne di Lecco, al loro coraggio e alla loro determinazione è stato sancito un principio giuridico importante”

La Corte di Cassazione ha confermato che “essere single non significa essere a disposizione di chiunque”

LECCO – “Grazie alle donne di Lecco, al loro coraggio e alla loro determinazione è stato sancito un principio giuridico importante che va a beneficio di tutti. Un principio che farà scuola”.  Sono le parole dell’Avvocato Marisa Marraffino in riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione sul caso dell’ormai famoso “Catalogo delle Donne Single“.

L’Avvocato Marraffino, legale di parte civile ed esperta in diritto legato al mondo del digitale e delle nuove tecnologie aggiunge con grande soddisfazione: “Ci sono voluti quattro anni di processo ma ce l’abbiamo fatta. Ne faremo tesoro”.

Dopo la sentenza del Tribunale di Lecco pronunciata nel maggio 2021 con la condanna dell’autore a un anno e mezzo (pena sospesa) per i reati di diffamazione e uso illecito di dati personali, poi confermata in Appello nel giugno 2022, pochi giorni fa è arrivata anche la sentenza della Corte di Cassazione la quale ha confermato che “essere single non significa essere a disposizione di chiunque”.

La sentenza, pubblicata mercoledì scorso, sottolinea che: “La pubblicazione di un dato personale sul proprio profilo social non può ritenersi equivalente ad un’indiscriminata autorizzazione a fare, di quello stesso dato, un qualunque uso da parte di chicchessia, al di fuori di ogni contesto dell’interessato”.

Marisa Marraffino
L’avvocato Marisa Marraffino

La vicenda risale al 2017, quando si diede notizia dell’esistenza in Rete di un singolare catalogo intitolato “Catalogo di profili Facebook di donne single che vivono a Lecco”, acquistabile al prezzo di 6,74 euro e contenente 1218 profili di donne che dichiaravano di vivere in Città e Provincia e di essere single. Notizia che ben presto salì alla ribalta delle cronache nazionali e scatenando l’ira di molte delle donne che, loro malgrado, finirono su quel catalogo, decidendo quindi di difendersi andando per vie legali.

“Potevano lasciar perdere – ha spiegato l’Avvocato Marraffino e invece superando le proprie paure hanno deciso di andare avanti. Molte di loro hanno vissuto momenti difficili che hanno richiesto anche l’affiancamento di uno psicologo. Non dimentichiamo che su quel catalogo sono finite anche persone diversamente abili e ben 29 minorenni. La sentenza della Corte di Cassazione è un tassello importante che vieta a chiunque di poter utilizzare i dati altrui che si trovano in Rete e sui Social per altre finalità“.

Come appunto è accaduto nel caso del “Catalogo delle Donne Single” lecchesi, venduto in Rete.

“E’ stato un caso complicato, difficile, che ci ha impegnati per ben 4 anni. ma alla fine ce l’abbiamo fatta”, chiosa l’Avvocato Marraffino.