I funerali sono stati celebrati oggi pomeriggio, sabato, nella chiesa di San Leonardo a Malgrate
Toccante il ricordo di don Andrea Lotterio che ha tratteggiato la figura di un “uomo elegante e mai fuori posto, capace di una grande umanità”
MALGRATE – Chiesa gremita questo pomeriggio, sabato, per i funerali di Paolo Tricomi, conosciuto e stimato anatomopatologo morto all’età di 73 anni. Tantissime le persone che si sono volute stringere intorno alla moglie Melita, alle figlie Laura e Flavia Marcella e ai parenti per esprimere un messaggio di cordoglio e di vicinanza alla famiglia colpita dalla perdita di una persona stimata e benvoluta.
Toscano di origine, una laurea in medicina e chirurgia a Pavia e specializzazione in anatomia patologica e tecniche di laboratorio all’Università degli Studi di Parma e ancora in citogenetica umana a Pavia, Tricomi era arrivato all’ospedale di Lecco nel 1974 prendendo servizio come assistente di anatomia patologica, per poi diventare primario dal 2003 al 2010, anno in cui andò in pensione ricoprendo poi il ruolo di consulente medico legale, in qualità di libero professionista.
“Un uomo gentile, elegante, mai fuori posto, di grande umanità, testimone, con i tanti bei gesti compiuti, di un’esistenza buona” ha sottolineato il parroco don Andrea Lotterio durante l’omelia: “Siamo qui raccolti per stare accanto alla moglie e alle figlie; per congedarci da Paolo, marito, papà, nonno, per tanti un collega, un amico”.
Un uomo che ha svolto con passione e dedizione la sua professione di medico: “Paolo ha risposto ad un appello e da quello è nato un lavoro appassionato svolto con freddezza, capacità e intuito. Ogni corpo parla e ci racconta qualcosa: anche oggi le spoglie di Paolo ci raccontano la sua storia a partire dalle sue origini”.
Una vita spesa sì per il lavoro, ma anche per la famiglia, come testimoniato dall’orgoglio con cui aveva accompagnato all’altare le due figlie, proprio nella chiesa di San Leonardo. Un sentimento di gratitudine e infinito amore mostrato anche verso gli adorati nipoti. “Dobbiamo ricordare con gratitudine anche il suo impegno sociale, nel Rotary” ha concluso don Andrea, parlando di uno sguardo capace di aprirsi ai bisogni altrui. “E’ stato bello, dice chi lo ha conosciuto, collaborare insieme a lui”.