Cocaina: centinaia di clienti e c’è chi si prostituiva per la dose

    Tempo di lettura: 3 minuti

    cocainaLECCO – C’era chi si recava dallo spacciatore con i figli nei seggioloni, sistemati sui sedili posteriori dell’auto, chi barattava la droga con biciclette, mobili o oggetti di valore e chi addirittura arrivava a concedersi sessualmente ai pusher per poche dosi: è questo il ritratto più sconvolgente che emerge dall’inchiesta della Polizia di Stato sullo spaccio di cocaina lungo la super,  conclusa mercoledì con l’emissione di 19 ordinanze di custodia cautelare.

    Professionisti, imprenditori, commercianti, operai, non c’è categoria sociale che sfugga alla bramosia della polvere bianca.  Centinaia i clienti delle quattro bande di marocchini sgominate dagli agenti della Questura di Lecco, venti i consumatori di stupefacenti segnalati come tali all’autorità giudiziaria.

    Un giro di affari, quello di pusher, che faceva intascare loro migliaia di euro ogni giorno; 18 mila quelli sequestrati dalle forze dell’ordine a quattro spacciatori durante le perquisizioni compiute mercoledì, soldi frutto di una o due notti di “lavoro”.

    Il telefono dei pusher continuava a squillare nei mesi in cui gli agenti li intercettavano, tanto che spesso ricevano i delinquenti fino a tre chiamate contemporanee dai clienti che venivano messi in attesa per di non perdere la vendita.

    Allo stesso modo, c’erano clienti che contattavano anche tre volte al giorno gli spacciatori per rifornirsi della droga.  Tra loro anche disoccupati che ne acquistavano una quantità superiore alla propria dose personale per rivendere lo stupefacente ad altri consumatori, diventando a loro volta spacciatori, chi per fare qualche guadagno, chi per garantirsi i soldi necessari per acquistare altra droga.

    Ma non ci sono solo sbandati o disgraziati tra le fila degli schiavi della cocaina: gente benestante, di “buona famiglia” come si usa dire, insospettabili, padri e madri. L’età media del consumatore tipo si aggirerebbe intorno ai 30-40 anni, persone con una seria dipendenza dalla polvere bianca, ci sono anche consumatori occasionali, spesso  20enni, ma addirittura un 60enne è finito per essere ascoltato dagli agenti in quanto consumatore. Il signore avrebbe riferito ai poliziotti di fare uso di cocaina per poter combattere la stanchezza alla sera, potendo così dedicarsi alla passione per la lettura.

    I luoghi interessati dallo spaccio erano gli svincoli e le piazzole della Statale 36, dall’area milanese a quella lecchese, ma anche altre strade del comasco.   Lì gli spacciatori, dopo essere stati contattati telefonicamente, davano appuntamento  ai clienti e lì avveniva lo scambio di droga e soldi, spesso e volentieri senza nemmeno scendere dalle auto, direttamente dai finestrini.  Una situazione già resa nota con la prima inchiesta “Speed” che si era conclusa a febbraio dello scorso anno.

    Quello che sta cambiando, secondo gli accertamenti della Polizia, è il metodo di consumo della cocaina: a crescere è il numero di utilizzatori che sceglie di fumare la sostanza, sciogliendola con ammoniaca, poi scaldata, inalandone i vapori.

    Metodo ed effetti sarebbero completamente differenti dalla più “tradizionale” sniffata: la sostanza entrerebbe in circolo più velocemente attraverso gli alveoli polmonari, creando un aumento esponenziale dell’effetto.

    VEDI ANCHE:

    Cocaina sulla “super”: 14 pusher arrestati dalla Polizia

    La strada della coca: ecco i luoghi dello spaccio in SS36