Ancora ignota la natura delle sostanze riversate nell’aria di Colico dopo lo scoppio delle fiamme
Intanto in ditta si è ripreso a lavorare, in attesa dei prossimi sviluppi
COLICO – “A livello comunale non abbiamo ancora avuto riscontri da ARPA: le colonnine posizionate dall’ente richiedono 72 ore di rilevazione, poi vengono analizzate seguendo una procedura molto particolare e approfondita, che può necessitare diverso tempo, per cui ci aspettiamo che passino ancora giorni prima di avere i risultati“.
Ancora nessun dato su eventuali inquinanti presenti nell’aria di Colico, dove nella giornata di domenica è scoppiato un incendio nella ditta Seval, specializzata nel trattamento di rifiuti speciali e già protagonista di un episodio simile intorno a metà novembre. A farlo sapere è Monica Gilardi, sindaco di Colico. In particolare si attendono riscontri rispetto alla possibile presenza di diossine e IPA (idrocarburi aromatici policiclici) dispersi mentre le fiamme lambivano il capannone Seval nella zona industriale della cittadina. I campionari per la misurazione erano stati collocati presso il piazzale della Croce Rossa, a circa 300 metri di distanza dall’azienda, in direzione Lecco.
Tutto è iniziato domenica mattina presto, quando il grosso incendio è divampato e ha richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, con numerose squadre di Lecco sul posto, compresi i distaccamenti di Bellano e Sondrio. Giunti nell’area anche forze dell’ordine e sanitari della Croce Rossa. Dopo diverse ore, le fiamme sono state domate, ma stare all’aperto poteva rappresentare un rischio per via dell’aria insalubre e dell’odore acre rilasciato durante il rogo, tanto che il Comune ha invitato la popolazione a limitare fino al giorno successivo, lunedì, le attività all’aperto. Avviso che tutte le Amministrazioni della sponda orientale hanno condiviso e rilanciato, sollecitando i rispettivi territori a fare lo stesso. Sul luogo dell’incendio, nel frattempo, erano giunti per monitorare la situazione ed effettuare accertamenti la squadra Nbcr, i tecnici Arpa e il Nucleo Investigativo Antincendi dei Vigili del Fuoco.
Finita l’emergenza infatti, resta ancora da capire cosa diranno le analisi di Arpa e quale sorte subirà la Seval: mentre scriviamo l’azienda ha ripreso le attività, salvo che nell’area dove è scoppiato l’incendio, posta sotto sequestro fino a che non saranno chiarite le cause del rogo e, contestualmente, verranno fatte valutazioni riguardo ai provvedimenti utili affinché analoghi episodi non ricapitino.
In merito il primo cittadino aveva emesso un’ordinanza, dichiarando inagibile l’area soggetta all’incendio e chiedendo “la sospensione di qualsiasi attività potenzialmente a rischio incendio senza che prima sia stata presentata apposita relazione a cura di un tecnico abilitato e con l’asseverazione dell’Arpa e dei Vigili del Fuoco circa ogni adempimento utile e necessario a prevenire il ripetersi di quanto accaduto”.
Un provvedimento che ha creato qualche incomprensione tra Gilardi e i titolari della Seval, che si erano visti costretti in un primo momento a cessare la produzione perché qualunque lavoro svolto in ditta viene ritenuto potenzialmente a rischio incendio. Malintesi prontamente chiariti con una nuova ordinanza emessa sempre da Gilardi, dove precisa che il documento emesso si rifà unicamente alla zona in cui è divampato l’incendio, e non alla ditta nel suo complesso.
Questa al momento la situazione, in attesa che gli enti preposti, Arpa in particolare, diano un riscontro.