LECCO – “Vendo un rene al miglior offerente” è quanto aveva annunciato pubblicamente nel 2007 un imprenditore di Sondrio, a quei tempi 42enne e titolare di una falegnameria a Colico, finito in mano agli strozzini.
Un caso che aveva colpito l’opinione pubblica e che aveva mosso le indagini della Procura di Lecco per risalire ai suoi aguzzini. Le indagini avevano portato la Guardia di Finanza a compiere sei perquisizioni domiciliari nelle province di Sondrio, Lecco e ad indagare quattro persone.
Negli ultimi mesi dello scorso anno l’inchiesta è giunta ad una svolta con la confisca di appartamenti, magazzini, vetture per 500 mila euro più altri 200 mila euro che uno degli indiziati aveva accantonato sul conto corrente, riconosciuti dai finanzieri come illecitamente raccolti dal presunto usurario.
Le Fiamme Gialle hanno rinvenuto una notevole quantità di fotocopie di assegni firmati dalla vittima per importi sempre più alti e intestati al medesimo soggetto definito dall’imprenditore come un suo “finanziatore privato”. Gli appostamenti compiuti dai finanzieri avrebbero permesso di cogliere in flagrante il passaggio di denaro dalla vittima al suo aguzzino.