MILANO – I finanzieri del Comando Provinciale di Milano stanno provvedendo in queste ore alla notifica degli avvisi di conclusione delle indagini dell’operazione battezzata “Mon Cheri” nei confronti di 9 Assessori e 55 Consiglieri Regionali della VIII e IX Legislatura della Regione Lombardia indagati, a vario titolo, per peculato e truffa aggravata per un ammontare complessivo pari a oltre 3,4 milioni di euro.
Le investigazioni, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Milano e coordinate dal Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Milano dott. Alfredo Robledo e dai Sostituti Procuratori dott. Paolo Filippini e dott. Antonio D’Alessio, hanno consentito di accertare come gli indagati avrebbero utilizzato somme di denaro pubblico, per un ammontare complessivo pari a oltre 3,4 milioni di euro, nella loro disponibilità in virtù del ruolo ricoperto, per finalità estranee all’esercizio istituzionale e non funzionali all’espletamento del mandato. A due Consiglieri e da un collaboratore esterno, dei quali non è stata ancora riferita l’identità, è stato contestato il reato di truffa aggravata.
Coinvilti nelle indagini, ci sono anche i lecchesi Giulio Boscagli che fu capogruppo del Pdl in Regione, Giulio De Capitani, consigliere della Lega e successivamente assessore all’agricoltura, gli altri due leghisti Stefano Galli, capogruppo del padani e Ugo Parolo (tutt’ora in Regione dopo le ultime votazioni), quindi Carlo Spreafico, consigliere del Pd.
La bomba era espolsa alla fine del 2012, quando presero il via le indagini sulle “Spese Pazze” al Pirellone dove vennero indagati alcuni consiglieri regionali dell’allora maggioranza di centro destra per il presunto utilizzo improprio di fondi pubblici.
Tra le spese che fecero più scalpore e che emersero dalle indagini dei magistrati ci fu il pagamento da parte del leghista Galli del matrimonio della figlia, somma di circa 6mila euro che l’allora consigliere si premurò poi di rendere alla Regione: “Cari amici di Facebook – aveva scritto sul suo profilo del noto social network – vi comunico che ho provveduto a rimborsare interamente a Regione Lombardia le spese sostenute per il ricevimento matrimoniale di mia figlia, che erroneamente erano state inserite nella mia personale lista dei rimborsi” (vedi articolo). Ma quella non fu l’unica spesa che fece scalpore. Poi, all’inizio del 2013, partirono altri 29 avvisi di garanzia notificati dalla polizia giudiziaria ad altrettanti consiglieri regionali di Pd, Idv, Sel e Udc, tra gli appartenenti al Pd vi era anche il nome di Carlo Sprafico il quale avrebbe effettuato, come tutti gli indagati, alcuni acquisti utilizzando impropriamente i soldi dei rimborsi, tra i quali face alquanto scalpore la famosa Nutella da 2,70 euro (vedi articolo).

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