LECCO – A distanza di una settimana, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera ha voluto spiegare i retroscena della visita degli agenti della Questura negli uffici amministrativi dell’ospedale Manzoni:
“La Digos non è stata da noi per controllare documenti inerenti un concorso – ha spiegato Mauro Lovisari – ma di un bando per una selezione. Un bando che è stato fatto in più, per garantire maggiore trasparenza, nella selezione di un medico per fare la libera professione di un turno nell’ospedale di Bellano”.
Nulla a che vedere, come spiegato dal direttore, con l’altra ispezione compiuta nei mesi scorsi dalla Guardia di Finanza riguardo alle turnazioni del 118. “Due cose disgiunte e per le quali la magistratura ha il diritto di andare a fondo se richiesto da un esposto del cittadino”.
Sotto la lente ingrandimento degli inquirenti ci sarebbero invece le classifiche del già citato bando, per le quali però uno dei medici esclusi dalle prime sei posizioni ha denunciato irregolarità e favoritismi all’autorità giudiziaria.
“Normalmente questo è un problema amministrativo e quindi il ricorso doveva essere proposto al Tar, ma chi ha fatto l’esposto ha scelta la via più breve e meno costosa. E’ nel diritto dei cittadini fare questo tipo di azioni – ha proseguito il direttore – Però in questo caso non si tratta di un concorso o di una graduatoria: c’era la libera scelta dell’azienda rispetto ai professionisti che facevano turni di notte, di sabato o di domenica nel presidio di Bellano e potevamo anche evitarci il bando”.
Riguardo alle irregolarità, il dg ha spiegato: “Non ho guardato il colore degli occhi e dei capelli e tantomeno l’appartenenza politica delle persone che ho nominato. Quando si cercano le persone per un’azienda ospedaliera, per un servizio che va a toccare la vita di un cittadino, noi siamo coscienti che dobbiamo scegliere le migliori persone che ci sono sul territorio”.
Riguardo alle indagini in corso, Lovisari ha commentato: “Abbiamo il massimo rispetto delle forze dell’ordine e dato la massima disponibilità alla magistratura che deve terminare le indagini e pronunciare quella che io credo sia un’archiviazione”.