Medico di base a Brivio e Airuno, era conosciuto e stimato per la sua professionalità e la sua disponibilità
Il ricordo commosso dell’amico e collega Gianfranco Vicendone
BRIVIO – “Siamo impietriti e distrutti dal dolore: abbiamo perso un collega e anche un amico”. E’ un vuoto enorme quello con cui devono fare i conti le comunità di Brivio e Airuno, che in queste ore piangono la morte del dottor Ivan Mauri. Nato a Erba nel 1950, laureato in medicina nel 1983, Mauri, specializzato in chirurgia pediatrica, svolgeva da circa 35 anni l’attività di medico di base a Brivio ed Airuno.
Solare, sempre ottimista e aperto agli altri, Mauri ha svolto l’attività ambulatoriale fino a pochi giorni fa quando ha iniziato ad avvertire dei primi segni febbrili. Ne era seguito poi il ricovero, fino purtroppo alla morte, avvenuta in un letto di ospedale. Mauri non ce l’ha fatta, vinto da quel nemico invisibile che, ormai da settimane, sta sconvolgendo la vita di ognuno di noi.
“Siamo veramente distrutti dal dolore” commenta il dottor Gianfranco Vicendone che, insieme a Mauri, ha condiviso per anni l’ambulatorio aderendo anche al gruppo dei medici di base insieme al dottor Stefano Vercelloni, Enrico Messina e Roberto Mantica–. Lui era il mio medico di base e io il suo. Abbiamo lavorato di fatto insieme per 35 anni. Abbiamo perso una persona fantastica, generosa, disponibile, altruista”.
Solo poco tempo fa, Vicendone aveva scritto una lettera al Prefetto per denunciare la scarsità di mezzi di protezione individuali a disposizione dei medici di base. “Non siamo nascosti dietro un numero di telefono e una mail – aggiunge Vicendone – . Anche noi visitiamo pazienti affetti da coronavirus affrontando tutti i rischi e i problemi connessi a questa situazione drammatica e sconvolgente. La mattina iniziamo alle 7.30 e di notte ormai non dormiamo più”.
Impossibile prendere sonno di fronte alle angosce, ai dolori, alle lacrime di pazienti e amici a cui si è dovuto dire addio improvvisamente senza neppure la consolazione di un ultimo abbraccio e di un funerale. Di una cosa Vicendone è però convinto. Che la scomparsa del suo amico Ivan deve lasciare a tutti un insegnamento. “Dobbiamo vivere pensando a volersi bene e ad amandosi il più possibile per lasciare un ricordo positivo, così come faceva lui, sempre sorridente e positivo. Ivan ha sempre guardato alla vita con fiducia senza prendersela per capricci. Tanto alla fine è tutto un attimo e quello che rimane è il ricordo di un vissuto che ti lascia un insegnamento da seguire”.