Walter Bonatti, mito dell’alpinismo mondiale, si è spento questa notte a Roma all’età di 81 anni a causa di una malattia. Nato a Bergamo, il 22 giugno del 1930, Bonatti è stato una leggenda vivente dell’alpinismo e ormai da tempoe era divenuto membro onorario dei Ragni di Lecco. Sabato 17, anzichè nella sala Don Ticozzi di via Ongania a Lecco, come inizialmente previsto, la camera ardente verra’ allestita a Villa Gomez (Maggianico). Le visite alla salma si potranno effettuare sabato dalle 14 alle 20 e domenica dalle 9 alle 14. Sabato alle 17 si terra’ invece un momento di raccoglimento.
E’ alla fine degli anni ’40 che Bonatti inizia a muovere i primi ‘passi’ nel mondo verticale delle prealpi e sul finire di quel decennio il suo nome inizia a riecheggiare è infatti nel 1949 che si mette in evidenza ripetendo vie altisonanti come la Detassis nelle Dolomiti (seconda ripetizione), la Cassin sulla parete nord delle Grandes Jorasses (sperone Walker) compiuta con l’amico Andrea Oggioni, e ancora la parete nord-ovest del Pizzo Badile.
Nel 1954, dopo aver ottenuto il brevetto di Guida Alpina, Bonatti viene precettato da Ardito Desio (capospedizione) che insieme ad Achille Compagnoni e Lino Lacedelli partono alla volta del K2. Per l’Alpinismo italiano sarà una grande impresa con Lacedelli e Compagnoni che raggiungono l’inviolata vetta della seconda montagna più alta del Mondo, ma per Bonatti sarà una sorta di disavventura. A causa di un disguido con i compagni rimane all’adiaccio per una notte in quella che viene definita la zona della morte (per approfondimento). Esperienza che lo porterà a propendere per un alpinismo solitario.
Nel 1955, Bonatti compie la grandissima impresa del Petit Dru, sempre sul Bianco, risolvendo un problema in parete in modo alquanto geniale e coraggioso inventandosi un pendolo realizzato annodando tutto il materiale che aveva in possesso.
Nel 1957, si trasferisce a Courmayeur e negli anni seguenti compie e tenta imprese in Patagonia, Ande e Karakorum.
Nel 1961, Bonatti è protagonista di una tragica impresa insieme a Oggioni e Gallieni. Obiettivo nel mirino dei tre alpinisti è il Pilone Centrale del Freney (Gruppo del Bianco), una cima inviolata. Lungo l’ascensione trovano una cordata composta da 4 francesi. Decidono di unirsi, ma vengono sorpresi dal maltempo. Bloccati a 100 metri dalla vetta decidono di battere in ritirata: sarà una tragedia, moriranno in 4 sopravviveranno in tre: Bonatti, Gallieni e il francese Mazeaud.
Si arriva così al 1963, ed è la volta della Grandes Jorasses in invernale e nel 1965, a soli 35 anni, Bonatti conclude la sua carriera alpinista compiendo l’ultima grande impresa tracciando una via nuova in solitaria invernale sulla parete nord del Cervino, impresa gli varrà la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica.
Bonatti messe le corde in soffitta chiude il capitolo alpinismo e ne apre un altro: quello di esploratore e reporter.
Nel 2004 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferisce il titolo di Cavaliere di Gran Croce.
In questo video il trailer dell’intervista fatta a Bonatti da ModiSca (Montagne di Scatti) tratto da youtube
A breve un ampio servizio.
Foto tratta dal sito discoveryalps.it