LECCO – Un sospiro di sollievo e sorrisi più rilassati quando il volo Az869 Tripoli – Roma Fiumicino è decollato questo pomeriggio alle 14.25 dalla capitale libica. L’imprenditore lecchese Mauro Brigatti, alle 13.30 circa ha messo piede sul suolo italiano e quattro ore più tardi è atterrato a Linate, per poi prendere la via di casa.
Si è conclusa l’avventura (se così possiamo definirla) per il 41enne titolare delle aziende Trb Ponteggi di Castello Brianza e Brem di Calolziocorte che insieme ad altri 40 imprenditori italiani da domenica si trovava in Libia per partecipare alla “Libia Build 2014″ fiera dedicata al settore edile.
“Alla fine è andato tutto bene – ci fa sapere pochi minuti dopo essere atterrato a Fiumicino – siamo rientrati, mentre domani (giovedì, ndr) torneranno gli ultimi sei italiani che sono rimasti a Tripoli, dove la situazione non è per nulla tranquilla. Sinceramente in questi cinque giorni non mi sono mai sentito in pericolo, anche se, il giorno stesso dell’arrivo, abbiamo capito che le cose si stavano mettendo male. Il tragitto aeroporto – albergo doveva essere di circa 20 minuti, ma una chiamata dall’ambasciata italiana ci ha vivamente sconsigliato di percorrere la superstrada. Così, abbiamo deviato e percorrendo vie alternative ci siamo trovati a pochi metri dai focolai di guerriglia urbana con spari e raffiche di mitragliatrici. Dopo un’inversione di marcia e un lungo girovagare durato un paio di ore e mezza siamo arrivati a destinazione con il consiglio di non lasciare l’albergo”.
Lo stato dei fatti è ormai noto, domenica 18 maggio le milizie del generale generale Khalifa Heftar hanno attaccato il Parlamento nel tentativo di compiere un colpo di stato ufficializzando, nei giorni successivi, l’unità di intenti con le forze guidate dal colonnello Mokhtar Fernana. Una situazione ormai fuori controllo e di fronte alla quale lo stesso Governo islamista non ha potuto far altro che sospendere le attività del Cng (Congresso nazionale generale) ovvero del Parlamento, fino a nuove elezioni, compresa quella del premier.
“Questo pomeriggio, quando abbiamo lasciato Tripoli, ho notato un aereo della Us Air Force, segno che ci si aspetta da un momento all’altro qualcosa di grosso – prosegue Brigatti – del resto, quel poco che abbiamo potuto osservare nel tragitto albergo – fiera è bastato per farci capire che c’è in atto una vera e propria guerra. Non credo di aver visto una casa senza fori di proiettili, mentre lunedì sera un forte boato ha allertato tutti. L’indomani abbiamo saputo che si era trattata di una bomba sganciata da un aereo e caduta a circa 30 chilometri di distanza da dove eravamo alloggiati noi. Nonostante tutto, non mi sono mai sentito in pericolo, forse, è stato grazie anche all’ottimo lavoro della dottoressa Francesca Donati della Promos (Azienda Speciale per le attività internazionali della Camera di Commercio di Milano) che insieme all’ Ice (Istituto nazionale per il Commercio Estero) ha organizzato la missione imprenditoriale libica. La dottoressa Donati si è trovata a gestire una vera e propria unità di crisi e lo ha fatto in modo lodevole. Credo che, a fin di bene, abbia anche filtrato alcune informazioni che giungevano dall’ambasciata per evitare di creare panico…”.
E in questa situazione pericolosa e per certi versi surreale la parte business non è stata tralasciata, come spiega Brigatti che si dice comunque soddisfatto: “Nonostante tutto sono riuscito ad ottenere qualche contatto e ora dovrò presentare alcune offerte. Se da un lato la Libia è uno stato che attualmente vive in completa anarchia, dall’altro lato offre alcune opportunità. Ci sono aziende private che operano nel settore edile decisamente appetibili. Non dimentichiamo che è uno stato che ha come primo Paese importatore l’Italia con il 18% e nel mio settore, ovvero quello dei ponteggi, il giro di affari annuo proveniente dall’Italia si attesta intorno ai 20 milioni di euro. Pertanto la Libia è e resta, un Paese interessante che avevo avuto modo di visitare, sempre per lavoro, nel 2011 pochi mesi dopo la caduta di Gheddafi e credo proprio, non appena si tranquillizzeranno le cose, di tornarci”.
(Il significativo reportage fotografico porta la firma dello stesso Brigatti che ringraziamo per la preziosa collaborazione)
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