Piena la chiesa parrocchiale per l’ultimo saluto al 58enne
Don Isidoro: “Continuerai a vivere nella nostra fede”
VALMADRERA – “Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell’infinito con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime”. Don Isidoro Crepaldi, parroco di Valmadrera, ha citato le parole di Paolo Giovanni II aprendo l’omelia durante i funerali di Leopoldo Bonacina, il 58enne improvvisamente scomparso sul Moregallo giovedì scorso.
In tantissimi si sono ritrovati lunedì pomeriggio presso la chiesa parrocchiale per dare l’ultimo saluto a Leo e per stringersi intorno alla sua famiglia, in particolare a mamma Silvana e alle sorelle Sabrina e Angela. In prima fila, accanto a loro, c’erano gli amici dell’Osa, gruppo del quale Leopoldo faceva parte da quasi 50 anni, del Cai, del Mato Grosso e di tante altre associazioni con le quali ha collaborato (in città aveva anche lavorato presso il Centro Diurno per Disabili). Anche il sindaco di Valmadrera Antonio Rusconi ha preso parte alla funzione
Il parroco di Valmadrera, che ha celebrato la messa insieme a Don Eusebio, amico della famiglia Bonacina, non ha nascosto la commozione nel ricordare Leo: “Le parole di Giovanni Paolo II ci portano dritte nel cuore di Dio e in quello di Leo – ha detto durante l’omelia – chissà cosa ti è successo l’altro giorno, cosa mai ti è capitato andando a camminare su sentieri per te noti e familiari, cosa sei andato a combinare…tanti di noi ti chiederebbero così. Ma queste e tante altre domande ci restano aperte nel cuore e ciò che resta è l’evidenza: te ne sei andato all’improvviso, come un lampo nel cielo. La montagna che conoscevi meglio del giardino di casa tua ti ha accolto nel suo grembo come una madre accoglie un figlio, generandoti ad un’altra vita, quella eterna. Non hai raggiunto la fine della vita ma il fine, vedere Dio faccia a faccia”.
Il parroco ha ricordato la grande fede che ha accompagnato la vita di Leopoldo: “Dentro di te c’era un’instancabile sete di infinito e nel tuo cuore c’è sempre stato il desiderio di Dio, hai voluto avvicinarti a lui, camminare tanto, raggiungere mete e vette e oggi vivi l’incontro d’eccellenza, quello a cui tutti siamo incamminati. Ed hai esaudito il tuo desiderio nella bellezza del creato”.
“I tuoi genitori sono sempre stati forte esempio di fede – ha continuato – venivi sempre a Messa, invocavi Maria, eri gioioso, amavi Gesù e il suo Vangelo e hai messo in pratica quel ‘Beati voi’ tante volte rivolto ai poveri, agli ultimi. Sei sempre stato dalla loro parte, dal servizio agli ammalati, ai diversamente abili, ai poveri del Mato Grosso e anche nelle scuole attraverso i lavori sociali. Sei stato caritatevole e solidale”.
“Oggi su quei monti ci siamo anche noi: mentre si avvicina il Natale non avremmo pensato di poter provare un dolore così intenso, la tua scomparsa ci ha riportati al realismo della fede: non c’è Gesù Bambino senza Gesù sulla croce e la speranza della resurrezione. Non siamo arrabbiati con te, comprendiamo il dolore di tutti e vorremmo solo dire loro che tu continuerai a vivere nella nostra fede. Salutaci Gesù Bambino – ha concluso Don Isidoro – digli che per questo Natale vorremmo un po’ di Pace”.
Al termine della funzione le note del Signore delle Cime hanno unito i presenti in un ultimo commosso ricordo di Leo, morto ‘sulle sue montagne’.