Alla manifestazione per Carlo Gilardi anche l’ex badante Brahim
“Spero nell’assoluzione, per me Carlo Gilardi è come un padre”
LECCO / AIRUNO – “Lo conosco da 35 anni, ero come suo figlio”. A parlare è Brahim, ex badante di Carlo Gilardi, presente alla manifestazione in piazza a Lecco durante la quale è stata ribadita la richiesta di ‘liberazione’ del professore di Airuno, affinché possa lasciare la casa di riposo e fare ritorno alla propria abitazione (qui l’articolo).
E’ stato lo stesso Brahim, lo scorso anno, a sollevare il caso mediatico attraverso la trasmissione Le Iene ma l’ex badante del professore è ora anche uno degli indagati per il reato di circonvenzione di incapace nei confronti dell’anziano.
Il 2 febbraio si aprirà il processo: “Sono accuse ingiuste. Spero che mi assolvano – ci dice – è un’ingiustizia”.
Parlando con i giornalisti, Brahim ripercorre la vicenda, dando la sua versione dei fatti già raccontata durante la trasmissione di Italia Uno: “L’hanno preso con la forza – sostiene – Sono venuti a casa, due pattuglie dei carabinieri e un’auto dell’Asl. L’amministratore di sostegno ha parlato con Carlo, lui non voleva andare via. E’ andato verso la cucina, l’hanno preso e portato via. Lo stesso giorno ho chiamato le Iene, prima Striscia la Notizia, poi le Iene”.
Diverso il racconto dall’attuale amministratore di sostegno, Elena Barra, che ha negato il prelievo forzoso del professore di Airuno dalla sua abitazione e che sia stato effettuato un trattamento sanitario obbligatorio. Sarà il tribunale a fare chiarezza.
Brahim dice di non aver contatti diretti con gli altri indagati e nega di essersi approfittato del professore: “Mi ha aiutato una volta nel 2019 con una piccola cifra. Assurdo che l’amministratore di sostegno – il precedente – prima mi denunci, poi mi assuma come badante e ancora chieda il mio allontanamento che il giudice non ha concesso. Dal 2017 al 2020 non ho visto mai nessun amministratore di sostegno venire a casa, non è vero che io non li facevo entrare”.
Dal giorno in cui il professore è stato portato in casa di riposo, inevitabilmente, conferma Brahim “non ho più potuto né vederlo né parlarci”.