Basilica gremita per l’ultimo saluto all’indimenticato sindaco di Lecco e assessore regionale
Il ricordo dei figli: “L’intensità con cui hai vissuto ogni momento ci ha fatto capire quanto ogni istante valga la pena di essere vissuto”
LECCO – “Il sentimento più grande che ho nel cuore è quello della gratitudine. Una gratitudine a cui Giulio mi educava ogni giorno. Abbiamo vissuto questi nostri 50 anni di matrimonio dentro l’amicizia con il Cardinal Angelo Scola e dentro la grande compagnia di Comunione Liberazione e non possiamo che esserne grati per ogni momento”.
Con queste parole la moglie Anna Maria ha salutato Giulio Boscagli davanti alla moltitudine di persone che, stamattina, hanno partecipato ai funerali nella Basilica di San Nicolò. Proprio la moglie ha voluto leggere le parole che Giulio aveva scritto alla famiglia nel giorno di Natale, testimonianza di una fede incrollabile: “Carissimi è stato un anno molto particolare, in cui il Signore ha deciso di interpellarci in maniera improvvisa. Questa è la strada che il Signore ha scelto per me per arrivare a conoscerlo meglio e a domandare la sua presenza nella mia vita”.
Autorità civili e militari, il presidente della Regione Attilio Fontana, il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, la presidente della provincia Alessandra Hofmann, il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, i sindaci del territorio, tanti volti noti della politica locale e non, insieme ai tantissimi amici, si sono stretti attorno alla numerosa famiglia di Giulio Boscagli per tributare l’ultimo saluto a colui che, soprattutto come sindaco di Lecco e assessore regionale, è stato capace di lasciare un segno.
A celebrare il funerale Monsignor Davide Milani prevosto di Lecco insieme al Cardinal Angelo Scola che ha pronunciato le parole dell’omelia: “La vita di un uomo si giudica anche dalle sue opere e, per questo, siete convenuti per dare un saluto terreno a una persona che l’evidenza della vostra presenza riconosce come dotata di doni eccezionali ma soprattutto di umile capacità di servizio – ha detto -. Giulio ha dedicato tutto se stesso alla sequela di Cristo nella comunità della chiesa. Le opere che ha compiuto sono sempre state marcate da questo sigillo, sin da bambino e poi con entusiasmo ha abbracciato lo stile di vita cristiano a partire dalle scuole superiori, all’interno della nascente gioventù studentesca a Lecco di Don Luigi Giussani cordialmente seguito dal caro Don Spirito Colombo e infine, dopo la laurea, divenendo uno dei responsabili di Comunione Liberazione”.
“Uomo mite e creativo, aperto al dialogo con chiunque, anche chi non la pensava come lui. Appassionato alla realtà di Lecco la cui trasformazione ha potuto vivere dal di dentro come sindaco. E poi la fede come caposaldo fondamentale di tutta la sua vita. La fede è stata la sorgente creativa del suo pensare, agire, parlare, scrivere, condividere. Una fede praticata nella sua concretezza insieme ad Anna Maria. Solo se proseguiamo il compito da lui assunto fa si che la sua presenza non si dilegui e continui ad essere misteriosamente reale in mezzo a noi. Carissimo Giulio, la quantità enorme di persone radunata qui ti dice la gratitudine per il bene che da te ha ricevuto in mille modi diversi, ma sempre con la stessa discrezione che era uno dei tratti dominanti della tua personalità”.
“Abbiamo bisogno nel nostro tempe di donne e uomini buoni che compiano azioni buone. Persone come Giulio realizzano tante grandi opere buone capaci di lasciare segni permanenti di bene, un bene che discretamente dispiega i suoi effetti nel tempo – ha detto Monsignor Milani -. Abbiamo bisogno di donne e uomini che assumono responsabilità, che in prima persona si compromettono per il bene comune, dimostrando che la politica può essere buona. Persone come Giulio, in ogni stagione della vita, spendono se stessi assumendosi il rischio e pagandone il prezzo per guidare progetti, governare istituzioni perché riconoscono che occorre una comunità amica di tutti e mettere gli altri davanti a sé dando una direzione di cammino. Abbiamo bisogno di donne e uomini che danno testimonianza della propria fede non addomesticata in occasione dei temi scomodi e fondano il proprio giudizio sulla verità. Persone come Giulio lasciano trasparire la propria appartenenza a Cristo senza pudore o compromessi. Uomini come Giulio sono grandi perché fanno splendere davanti a noi la grandezza in cui il loro cuore spera, la bellezza che i loro occhi vedono, la tenerezza che le loro mani accarezzano, la verità che la loro mente abita. Uomini come Giulio sono grandi perché è grande Cristo accolto come costante compagnia di una vita intera”.
E’ stato il ricordo dei figli di Giulio a concludere la cerimonia: “Caro papà, i miei fratelli e le mie sorelle mi hanno chiesto di salutarti anche a nome loro. Voglio salutarti parlando di come hai vissuto questo ultimo anno che per me è stata la testimonianza più grande e potente dei 48 anni precedenti in cui ti ho vissuto – ha detto il figlio maggiore Giacomo -. Quando il 5 gennaio 2023 il chirurgo mi ha chiamato e mi ha detto che oltre alla prima massa curabile ce n’era un’altra più complicata, ho pensato che la vita ti stesse per l’ennesima volta illudendo e tradendo, come aveva fatto almeno due volte nella tua carriera politica. Poi, però, mi sono reso conto che non avevo capito nulla: l’intensità con cui hai vissuto ogni momento mi ha fatto capire quanto ogni istante della vita valga la pena di essere vissuto fino in fondo. Ogni momento lo hai vissuto affidandoti pienamente a Dio. Ci mancherai, ma ti ricorderò nei miei fratelli e nelle mie sorelle: il tuo senso dell’umorismo nel Carlo, il tuo sorriso nel Francesco, la tua fede nel Giovanni, il tuo spirito riflessivo nella Vera e la tua certezza nella positività della vita nella Sara. Grazie papà di tutti questi anni, in particolare di questo ultimo miracoloso anno. Continua a guardarci e proteggerci dal cielo, con un occhio particolare alla mamma, noi cercheremo di starle accanto”.
Il lungo corteo funebre ha accompagnato il feretro di Giulio Boscagli nel vicino cimitero monumentale di Lecco dove riposerà.