Contagi tra i dipendenti delle strutture sanitarie, i sindacati: “Dati preoccupanti”
“Sottoporre tutti a tampone, per tutelare dipendenti e pazienti”
LECCO – “E’ fondamentale provare ad interrompere ogni possibile catena di trasmissione del virus individuando tutti i possibili casi sospetti e probabili con una logica di prevenzione”.
Per questi motivi, e alla luce di dati sui contagi di Coronavirus anche tra gli operatori sanitari, la CGIL FP – CISL FP – UIL FPL di Lecco insieme alle Rsu hanno chiesto che tutto il personale operante negli ospedali, nelle case di riposo e negli altri presidi sanitari, sia sottoposto a tampone per verificare la presenza di eventuali infezioni ed evitare che si propaghino.
Già allarmanti erano i dati diffusi la scorsa settimana dalla stessa ASST di Lecco che parlava di oltre un centinaio di casi tra i lavoratori delle strutture ospedaliere del territorio, un numero che verosimilmente è aumentato e che potrebbe crescere se sottoposti ad accertamenti altri operatori.
Ma per i sindacati è questo l’unico modo per tutelare operatori e pazienti. “Questa strategia – spiegano – permetterebbe un’approfondita indagine epidemiologica per individuare tutti i possibili contatti anche familiari oltre che lavorativi, ma anche di tutti i contatti occasionali per disporre ulteriori misure a tutela della salute e di contrasto alla propagazione dell’epidemia”-
Pronti ad agire nelle sedi opportune
“Dati preoccupanti – scrivono i sindacati riferendosi alle statistiche nazionali – che vedono tra coloro che contraggono il virus nella misura del 9% gli operatori del servizio sanitario pubblico e privato”.
“Si chiede la tutela della salute dei lavoratori anche alla luce delle nuove disposizione del Decreto Cura Italia che in caso di positività del dipendente si prevede il riconoscimento dell’infortunio”
Nel caso “in cui non fose tutelata la sicurezza e la salute del personale – le organizzazioni sindacali – sono pronte ad agire nelle sedi competenti al fine di tutelare le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti in prima persona nell’emergenza COVID 19”.