Resta in carcere il poliziotto indagato per corruzione

Tempo di lettura: 2 minuti
Questura di Lecco

Il Gip ha sciolto le riserve accogliendo la richiesta dell’accusa

Proseguono le indagini

LECCO – Il Gip del Tribunale di Lecco, Gianluca Piantadosi, ha confermato la custodia cautelare in carcere per Giuseppe Vitale, l’agente di Polizia in servizio presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Lecco indagato per corruzione per atti contrati ai doveri d’ufficio relativi alle procedure amministrative per la regolarizzazione della permanenza sul territorio dello Stato di cittadini stranieri.

L’udienza si era svolta lo scorso venerdì: l’accusa, rappresentata dalla pm Chiara Di Francesco, aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per il 48enne, originario della Provincia di Salerno ma residente in Valtellina, a Tartano (dov’è anche consigliere comunale di minoranza), mentre la difesa, rappresentata dall’avvocato sondriese Giuseppe Romualdi, aveva chiesto richiesto che non venissero applicate misure cautelari. Dopo alcuni giorni, il giudice ha sciolto le riserve, confermando la richiesta dell’accusa.

Nella mattinata di mercoledì 12 marzo, la Squadra Mobile di Lecco aveva eseguito il fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Lecco guidata da Ezio Domenico Basso. Provvedimento giunto al termine di un’articolata attività di indagine che ha permesso di accertare e contestare al dipendente della Polizia di Stato alcuni episodi di corruzione: pare che l’uomo chiedesse soldi per “accelerare” le pratiche legate ai permessi di soggiorno.

Durante le perquisizioni svolte nei locali dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Lecco sono stati trovati nella disponibilità del fermato 40 mila euro in contanti, altre somme di denaro, circa 2.500 euro sempre in contanti, sono state trovate in auto e nell’abitazione del poliziotto.

La Squadra Mobile di Lecco, in esecuzione di un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura, ha inoltre posto sotto sequestro i locali di un’agenzia che curava l’assistenza dei cittadini stranieri per le pratiche volte a regolarizzare la loro permanenza sul territorio italiano e che, dalle indagini fino a questo momento svolte, risulta avere avuto un ruolo attivo negli episodi criminosi contestati a Giuseppe Vitale.