Marco Butch Anghileri, un anno fa lungo la sognata Jori Bardill…

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Marco Anghileri

 

LECCO – Venerdì 14 marzo 2014, ore 12.31: “Sono fuori dalla Chandelle tutto bene”, aveva scritto via sms a papà Aldo. Due tiri ancora, di 30 metri l’uno, dopo aver lasciato alle spalle la parte più difficile, ostica, complicata, rognosa…

Gli amici valdostani, la guide alpine Arnaud Clauvel e Renzino Cosson, lo stavano ammirando dalla valle con i binocoli, avevano previsto l’uscita dalla via per le 17 forse le 17,30. Poi la cima del Monte Bianco e la discesa dal versante francese verso Chamonix per coronare l’ennesimo grande successo.

Mancavano poco meno di due tiri a Marco Butch Anghileri per sbucare dalla Jori Bardill e compiere la prima solitaria invernale sul Pilone Centrale del Monte Bianco, sogno che cullava da anni e altra pagina di storia dell’alpinismo che conta firmata dal Butch.

Sembrava già tutto scritto. Sembrava già tutto fatto… un’altra grande impresa da raccontare, invece… In quegli ultimi 60 metri, tecnicamente semplici per uno come il Butch, si è messa di mezzo la sua stessa montagna travolgendolo e trascinandolo via con sé, per sempre.

 

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Il percorso compiuto da Marco Butch Anghileri

 

Marco parte da Lecco martedì 11 marzo, fatto salvo per una cerchia ristrettissima di amici fidati, lascia Lecco notte tempo, quasi di soppiatto, senza dire nulla a nessuno, com’era suo solito fare quando aveva qualcosa di speciale in serbo.

 

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Marco Butch Anghileri alle sua spalle si intravede il Bivacco Eccles

 

Raggiunge in auto la Valle d’Aosta quindi, con uno zaino di 32 chili, dalla Val Veny (1450 m) raggiunge il rifugio Monzino (2561 m) dove bivacca. L’indomani affronta la lunga salita al colle Eccles e qui trascorre la seconda notte nell’omonimo bivacco  (3850 m). Prima di chiudere gli occhi, decide di preparare le doppie per il giorno seguente che gli permetteranno di superare il Colle e mettere i piedi sul ghiacciaio del Freney.

 

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Colle Eccles (foto Marco Butch Anghileri)

 

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Marco Butch Anghileri all’interno del Bivacco Eccles

 

E’ giovedì 13, Marco lascia alle sue spalle il Colle Eccles, procede con un lungo traverso sul ghiacciaio del Freney arrivando sotto l’imponente Pilone Centrale. Attacca gli 800 metri circa della Jori Bardill. Procede spedito, concentrato come sa fare, intanto gli amici Clauvel e Cosson da Courmayeur iniziano ad ammirare lo spettacolo.

 

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Appiglio dopo appiglio Butch raggiunge la base della Chendelle, la cuspide sommitale del Pilone, dove si trova il tratto più difficile non solo per la difficoltà tecnica della complessa scalata.

 

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Marco Butch Anghileri sorridente all’interno della sua tendina nell’ultimo bivacco ai piedi della Chandelle sopra quota 4000 m

 

E’ qui che predispone il suo ultimo bivacco, sopra quota 4mila metri: una tendina microscopica che si è realizzato per non appesantire oltre modo uno zaino che sfora comunque i 30 chili. La notte è fredda, ma il tempo è buono.

 

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Placca prima della Chandelle

 

E’ venerdì 14, Marco ha davanti a sé gli ultimi 4 tiri (120 metri), quelli della Chandelle.

 

 

Chandelle

 

I primi due sono quelli più impegnativi con passaggi di difficoltà 6c e dove Butch saluta lo spit più alto d’Europa.

 

Spit_Alto_Europa

 

Clauvel e Cosson intanto lo tengono sempre d’occhio. Quando lo vedono sbucare verso le 12,30 dai tetti del secondo tiro sulla Chandelle sanno benissimo che Butch ha superato la parte più difficile e adesso può procedere verso la cengia Bonington dove c’è la terza sosta e davanti l’ultimo tiro di 30 metri. Proprio sul telefono di Clauvel arriva un sms direttamente dalla Chandelle: “Sono nel posto più bello del mondo” .
Butch sta bene, anzi, benone e come suo solito continua a documentare la salita scattando foto.

 

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I tetti della Chandelle, il punto più difficile della scalata al Pilone Centrale lungo la via Jori Bardill

 

Intanto a valle il lavoro chiama Clauvel che abbandona la sua postazione privilegiata di osservazione così come Cosson che già aveva distolto lo sguardo dalla Chandelle. I due sanno che per Batch adesso sarà un gioco da ragazzi affrontare la parte finale. A casa Anghileri giunge la notizia che Butch potrebbe uscire dalla via verso le 17 forse le 17.30.
Quello di Clauvel è stato l’ultimo avvistamento di Marco Butch Anghileri e con lui nessuno più avrà contatti.

 

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L’ultima foto scattata da Marco Butch Anghileri appena sopra la cengia Bonington (ultimo tiro della Chandelle). In basso a destra si nota una fettuccia della sua attrezzatura e nella fessura un friend

 

Il venerdì pomeriggio a casa Anghileri, in quel di Lecco, trascorre silenzioso e così anche la sera. “Avrà un problema con il telefono – si pensa – forse la batteria scarica o la scarsa ricezione”.

Passa anche la notte, arrivano le luci dell’alba di sabato 15 e, papà Aldino con gli amici Natale e Maurizio, sfreccia verso la Valle d’Aosta e poi la Francia, destinazione Chamonix dove Marco sarebbe arrivato scendendo dal versante francese del Monte Bianco.

Intorno a mezzogiorno di Butch ancora nessuna notizia. I sorrisi e l’entusiasmo iniziano ad affievolirsi. Aldo, Natale e Maurizio si spostano verso Bossons. E’ chiaro che è successo qualcosa.
Sono quasi le 15 di sabato, i tre con Clauvel si presentano alla gendarmeria francese. Spiegano, raccontano e dopo poco si alza in volo un elicottero. Il vento è sferzante e non permette al velivolo di andare oltre i 3mila metri. Nulla da fare. Arriva la sera e la speranza è quella che Butch abbia raggiunto la Capanna Vallot dove è stato installato un dispositivo per le chiamate d’emergenza ed abbia lanciato una richiesta d’aiuto ma, dai 4362 metri della Vallot, nessun segnale.

Domenica 16 marzo, ancora nulla. Tra le ipotesi che si fanno c’è anche quella di una possibile caduta in un crepaccio lungo la via del ritorno. Nell’ambiente circola la notizia che Butch ce l’avrebbe fatta, ma la realtà che avanza è ben altra. Papà Aldino è costretto, trovando forza e coraggio, a dribblare la numerose chiamate che arrivano sul suo telefonino.

Sono le 17 di domenica 16 marzo, dalla base del Soccorso di Courmayeur viene alleggerito un elicottero di grossa stazza. Pilota e co-pilota si alzano in volo e nonostante il vento forte riescono a raggiungere la quota. L’elicottero sorvola la zona del Pilone Centrale, staziona per qualche minuto poi, torna alla base portando la tragica notizia.

Cosa sia esattamente successo ancora non è dato sapere. Butch è stato ritrovato ai piedi del Pilone Centrale dopo aver compiuto un volo di 600 metri. L’attrezzatura che aveva con sé è stata frantumata e dalla parete sono stati portati vie ben cinque friend. Addosso aveva ancora le scarpe d’arrampicata.

“Deve essere successo qualcosa di grosso – spiega il padre Aldo mentre scorre una ad una le ultime foto scattate dal figlio sul leggendario Pilone Centrale del Freney – qualcuno ipotizza che si possa essere persino staccata l’intera placca sulla quale si trovava. Del resto non si giustificherebbe lo stato in cui abbiamo rinvenuto i materiali”.

Lassù, adesso, sul Pilone Centrale è rimasto appeso incredibilmente il suo zaino rosso ed un cordino.  “Se ci sarà qualcuno che deciderà di passare da quelle parti e avrà il buon cuore di recuperarlo per noi va bene”, conclude papà Aldino.

 

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Foto aerea della Chandelle all’altezza dei tetti, il puntino rosso racchiuso nel cerchio blu è lo zaino di Marco Butch Anghileri rimasto appeso lungo la via Jori Bardill

 

19 marzo 2014 – CHI ERA MARCO BUTCH ANGHILERI

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LE PRINCIPALI SALITE DI MARCO BUTCH ANGHILERI (16/09/1972 – 14/03/2014)

– 1° ripetizione e invernale della “Stenico” alla Cima Su Alto (VI+ A4) in 5 giorni.
– 1° ripetizione e invernale della “Via degli Amici” al Sasso Cavallo (VI+ A3) in 2 giorni e ripetizione solitaria della “Via Oppio” al Sasso Cavallo (VI A2) in 2 ore nel 1992.
– ripetizione in solitaria dello “Spigolo Nord” dell’Agner in 3 ore e trenta nel 1993.
– 1° ripetizione invernale solitaria della “Aste” in Civetta (VI A1) in 4 giorni.
– solitaria integrale della “Via dell’Anniversario” in Medale (VII) in 1 ora (probabile 1° free-solo della via).
– 1° ripetizione solitaria della “Via Rebus” in Medale (6C A3) in 2 ore e trenta nel 1994.
– ripetizione solitaria di “Don Chisciotte” (VI) in Marmolada in 2 ore nel 1995.
– nel ’95-’96 5 invernali:
1° ripetizione e invernale della “Via Sonia” alle Pale di San Lucano (VII A2) in 4 giorni;
1° ripetizione e invernale della “Via dei Finanzieri” alle Pale di San Lucano (VI+ A2) in 2 giorni;
1° ripetizione e solitaria invernale della “Via Olimpo” in Marmolada (VII+) in 3 giorni;
1° ripetizione solitaria e invernale della “Via Casarotto” alla Cima della Busazza in Civetta (VII) in 3 giorni;
1° ripetizione solitaria e invernale della “Via Casarotto” alla Quarta Pala di San Lucano (VI+) in 2 giorni.
– nel 2000 compie la 1° solitaria invernale della “Via Solleder” in Civetta (VI) in 5 giorni e concatena la “Vinatzer/Messner” in Marmolada, la “Solleder” in Civetta e lo “Spigolo Nord” dell’Agner in sole 14 ore.
– nel 2009 concatena in una sola giornata le vie “Taveggia”, “Eternium”, “Messico e Nuvole”, “Susanna Sotto le Gocce”, “Saronno ‘87”, “Anniversario”, “Cassin” e “Boga” in Medale per un totale di 2000 metri di sviluppo.
– nel 2010 concatena in 24 ore 6 vie del grande Cassin: Medale, Torre Costanza, Torrione Palma, Sasso Carbonari, Sasso Cavallo,Pizzo Eghen con spostamenti a piedi.
– nel 2011 sale in solitaria “L’Ultimo Zar” alle Pale di San Lucano, le “Vie del Det” alla Punta Forcellino, al Torrione Costanza, al Sasso Cavallo e la “Via dei Ragni” al Torrione Cecilia.
– nel 2012 sale in solitaria la “Via dei Bellunesi” allo Spiz di Lagunaz.
– nel 2012 con Fabio Valseschini concatena sui monti lecchesi le 3 vie del Det Alippi in 24 ore (Anghileri e Valseschini concatenate in 24h le 3 vie del Det).
– nel 2013 si beve le 5 vie di Bonatti nel lecchese in un solo giorno (5 vie di Bonatti in un solo giorno, altra “gitarella” per Anghileri)