Carlo Gilardi, il professor gentile di Airuno, è ricoverato all’Airoldi e Muzzi a Lecco
L’amministratrice di sostegno: “Nessun Tso, si è trattato di un ricovero volontario. Si continua a spettacolarizzare una vicenda umana e personale”
AIRUNO – “Nessun Tso, ovvero trattamento sanitario obbligatorio, nei confronti di Carlo Gilardi”. A ribadire di aver agito nell’ambito di un provvedimento autorizzato dal giudice tutelare è, all’indomani del nuovo servizio andato in onda ieri sera, martedì, durante la trasmissione Le Iene, l’avvocato Elena Barra, nominata l’ottobre scorso amministratrice di sostegno di Carlo Gilardi, il professor gentile di Airuno.
Dopo aver denunciato nel corso della precedente puntata il trasferimento (senza il consenso di Gilardi stando a quanto denunciato dalla giornalista Nina Palmieri) dell’anziano airunese in una casa di riposo, Le Iene sono tornate ieri sera, martedì, a parlare dell’episodio, diventato un vero e proprio caso mediatico, risalendo alla struttura, l’Airoldi e Muzzi di Germanedo, dove Gilardi è ricoverato dalla fine di ottobre.
Grazie al coinvolgimento di alcuni cugini di terzo e quarto grado, le Iene sono riuscite poi a registrare la telefonata tra i parenti e Carlo Gilardi, ricevendo rassicurazioni sul suo stato di salute. A parlare, per quanto in forma anonima, anche due dipendenti della struttura di ricovero per gli anziani che hanno raccontato come l’uomo, professione in pensione da tempo, trascorra il suo tempo scrivendo. Carlo insomma sta bene e spera di tornare presto a casa, come ribadito anche con il messaggio audio inviato al sindaco Alessandro Milani.
Impossibile però saper quanto questo potrà accadere, anche se in paese c’è già chi pensa di affiggere uno striscione fuori da casa per chiedere che l’anziano professore possa fare presto ritorno in paese. Già settimana scorsa, in un precedente comunicato, l’avvocato Barra aveva ribadito di essere al lavoro per riportare Carlo a casa dovendo però assicurare delle condizioni di sicurezza. Che passano, sembrerebbe, non solo dalla messa in ordine della casa in cui Carlo abitava da solo, ma anche dall’allontanamento delle persone che in questi anni si sono avvicinate all’uomo, approfittando della sua generosità. Era stata proprio la sorella Sandra a chiedere di individuare un amministratore di sostegno per il fratello, preoccupata, a quanto è stato possibile apprendere, dalle troppe uscite di denaro dalle tasche e dai conti del congiunto.
Contestualmente alla nomina del primo amministratore di sostegno, avvenuta nel 2017, era partita anche una denuncia alla Procura della Repubblica da cui è seguita un’indagine per presunta circonvenzione di incapace. L’inchiesta, affidata al pubblico ministero Andrea Figoni, ha visto indagate diverse persone, tra cui Brahim, il badante marocchino, residente a Brivio, sulla cui ricostruzione si è di fatto basato il servizio della trasmissione televisiva.
“Mi trovo a dover smentire, ancora una volta, la ricostruzione dei fatti effettuata da Le Iene – puntualizza Barra – . Vista la continua spettacolarizzazione della vicenda personale e umana del mio amministrato, pur riconoscendo l’impegno profuso da chi fa informazione alla ricerca della verità e al servizio dell’interesse pubblico, intendo riportare nelle sedi Giudiziarie competenti ogni aspetto di tutela del Prof. Carlo Gilardi, evitando, allo stato, di rilasciare ulteriori dichiarazioni”.
Anche il consiglio dell’ordine degli avvocati di Lecco si è espresso, nel frattempo, a sostegno della collega Barra. Con una nota firmata dal presidente Francesco Facchini e dal segretario Elia Campanielli, viene espressa “la più sincera solidarietà e vicinanza alla collega”, stigmatizzando con forza “la riprovevole e sommaria deriva di odio, divampata in innumerevoli post sui social Network in relazione ai citati servizi de Le Iene nei confronti della collega e più in generale, del ruolo dell’Avvocatura e dell’amministrazione della Giustizia”.