Una cinquantina le persone presenti nel tardo pomeriggio di oggi, mercoledì, ad Airuno
L’iniziativa è stata promossa dal Comitato Carlo Gilardi: “Abbiamo fatto quello che le istituzioni non hanno voluto fare”
AIRUNO – Hanno preparato uno striscione con scritto “Quanti cuori hai toccato” e poi hanno dato vita a un corteo pacifico, illuminato dalle luci delle candele e dei cerini, fino al Cerè, il luogo, immerso nel verde e nella natura, dove Carlo Gilardi, il professore airunese morto a 92 anni domenica 22 ottobre all’Hospice Il Nespolo, sarebbe voluto tornare a vivere insieme ai suoi amati animali.
Una cinquantina di persone ha preso parte nel tardo pomeriggio di oggi, mercoledì, alla fiaccolata promossa dal comitato Carlo Gilardi come momento commemorativo differente rispetto ai funerali celebrati in forma privata lunedì mattina nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano.
“Siamo nati per dare voce al professor Gilardi quando, dopo essere stato trasferito in casa di riposo, sono iniziate a circolare voci false sul suo conto – ha precisato Guido Colombo, referente del gruppo, prima dell’inizio della manifestazione -. E oggi lo riportiamo simbolicamente a casa sua. Facciamo quello che le istituzioni non hanno voluto fare”. Non a caso, il corteo si è radunato davanti al Municipio per poi portarsi al luogo del cuore di Carlo, il Cerè, dove l’anziano professore airunese viveva in perfetto stile francescano.
Qui si è svolto poi un momento di commemorazione: “Ci sarebbero tante cose da dire su questa vicenda, in primis che il clamore mediatico tanto contestato, ha permesso di fare conoscere a tutta Italia che ad Airuno è vissuto un sant’uomo” ha concluso Colombo, sottolineando di aver voluto proprio per questo promuovere la fiaccolata in occasione della festività di Ognissanti.
E’ proprio alla figura di un santo riecheggiava anche l’immagine dello stesso Gilardi apposta sui lumini, portati a mano nel lungo corteo fino al Cerè, scortato da una pattuglia dei carabinieri e da una della Polizia locale.