
LECCO – Niente deposizione per il Sindaco di Lecco Virginio Brivio, chiamato a testimoniare dalla pubblica accusa nell’ambito del processo “Metastasi”: le lunghe tempistiche (ben 11 i testimoni che avrebbero dovuto essere ascoltati dal collegio giudicante quest’oggi, lunedì, sei quelli che hanno sfilato davanti al pm Bruna Albertini) hanno infatti reso necessario rimandare l’attesa audizione, slittata a giovedì 30 aprile.
IL LIDO DI PARÈ:
Al centro dell’udienza odierna la nota vicenda del “pratone” di Parè, assegnato tramite bando nell’aprile 2011 alla società Lido di Parè Srl costituita da Redaelli Antonello e Lilliu Saverio, ritenuti dagli inquirenti i prestanome di Mario Trovato, fratello del boss ergastolano Franco Coco Trovato.

A ricostruire per punti l’intricata vicenda sono stati il vice prefetto di Lecco Stefano Simeone, l’ex assessore al Commercio e al Turismo del Comune di Valmadrera Emilio Zangari e il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Valmadrera Galdino Scola, ascoltati in mattinata dal collegio giudicante presieduto dal giudice Enrico Manzi.
Ripercorsi dunque dal vice prefetto Simeone gli ‘step’ che portarono all’emissione, il 22 luglio 2011, dell’informativa atipica che revocò alla società Lido di Parè Srl l’aggiudicazione del bando relativo al “pratone”, vinto il 29 aprile.
Una storia poco fortunata quella del lido di Parè, con il bando per la gestione emesso annualmente dal Comune di Valmadrera definito “deserto” dall’ex assessore Zangari: “Il bando veniva pubblicato dal 2006, non rispondeva praticamente nessuno”. Fino al 2008 quando è la Pareo Snc di Matteo Bugatti e Carlo Alberto Rusconi ad aggiudicarsi il bando e ad avere in concessione l’area fino al 2010.“Quando il periodo di concessione è scaduto abbiamo deciso nel 2011 di promuovere un nuovo bando con indirizzi diversi rispetto al precedente – ha raccontato in aula Emilio Zangari – nella fattispecie pensavamo ad una struttura con un target familiare-sportivo per evitare lamentele da parte dei residenti che negli anni precedenti più volte avevano segnalato alle autorità situazioni disturbanti dovute a urla, schiamazzi, musica troppo alta”. Un’intenzione di cui l’amministrazione comunale non fece mistero, dando ampia visibilità mediatica al progetto di riqualifica del pratone di Parè.
A definire i dettagli del nuovo bando l’ingegnere Galdino Scola, responsabile della gara d’appalto che in sede di audizione ha confermato l’intenzione di dare una nuova dimensione alla struttura.

2008-2010, GLI ANNI DEL PAREO:
È stato Matteo Bugatti, socio della Pareo Snc insieme a Carlo Alberto Rusconi, a rievocare gli anni in cui il pratone era animato dal “Pareo”: vita notturna, clientela giovane. Incalzato dalle domande del pm Albertini, Bugatti ha ricordato anche i due episodi di incendio doloso che hanno visto coinvolto il chiosco, prima nel giugno 2008 e poi, ad un anno di distanza nel giugno 2009. E proprio nel 2009 l’allora gestore ha ricordato un episodio di diverbio tra gli addetti alla sicurezza e un cliente molesto: “Ricordo che una sera la sicurezza mi avvisò che c’era un individuo ubriaco che continuava a chiedere da bere e minacciava i baristi perchè non veniva servito” ha raccontato il testimone che ha poi riconosciuto in quel cliente molesto proprio uno degli imputati, Massimo Nasatti.
È stato l’avvocato Marcello Perillo, difensore degli imputati Mario Trovato e Antonello Redaelli, a sollevare l’ipotesi che dietro a quegli episodi dolosi si celassero individui estranei al clan dei Trovato, diversamente da quanto sostenuto dagli inquirenti, ovvero la sussistenza di un collegamento tra gli incendi e i Trovato: emerge infatti in una nota dei Carabinieri di Valmadrera del 19 luglio 2009 il nome di Domenico Corallo quale presunto autore degli incendi al chiosco di Parè. A supporto di questa tesi è stato riprodotto dal penalista lecchese l’episodio – confermato da Matteo Bugatti – che avrebbe visto coinvolto il fratello Luca Bugatti, aiutante barista al Pareo: un diverbio tra Bugatti e Corallo, che sarebbe terminato con la frase da parte di ques’ultimo: “Dobbiamo bruciarlo un’altra volta”.
Nonostante tutto la società Pareo Snc, saputo del nuovo bando pubblicato nel 2011, decide di presentarsi alla gara insieme alla Lido di Parè Srl: 6.000 euro la cifra offerta dagli ex gestori del pratone. “Tramite il nostro legale – ha poi raccontato Bugatti – abbiamo saputo che i nostri ‘avversari’ si erano aggiudicati provvisoriamente il bando con un’offerta inferiore e un progetto definito migliore”.

IL CONSIGLIERE INVERNIZZI: “PALERMO AVEVA SEMPRE QUALCHE RICHIESTA”
È stato Alberto Invernizzi, consigliere comunale a Lecco e presidente della V Commissione urbanistica, a rievocare, partendo proprio dalla vicenda di Parè, le occasioni in cui Ernesto Palermo cercava il suo aiuto relativamente a qualche pratica.
Membro anch’esso della V commissione Palermo si rivolse ad Invernizzi per il disegno del progetto con cui partecipare al bando emesso dal Comune di Valmadrera oltre che per diverse questioni relative al Pgt: “Palermo arrivava a ‘spot’ con qualche richiesta – ha raccontato in aula Invernizzi – mi chiedeva ‘Alberto c’è questa cosa qua, ti può interessare?’ poi magari non tornava per un po’. Periodicamente succedeva e di solito si dimostrava insistente. In consiglio capitava votasse contro la maggioranza, o che si opponesse in commissione al passaggio di qualche pratica. Diciamo che faceva un po’ quello che voleva”.
Il consigliere comunale è stato interrogato anche sulle presunte frequentazioni dell’insegnante galbiatese con i membri della famiglia Trovato: “Mi aveva detto in un’occasione di conoscere i Trovato da sempre perché calabresi come lui ma di non aver rapporti con loro” ha detto Invernizzi.
Si tornerà in aula il prossimo giovedì 30 aprile: il primo a rendere testimonianza sarà proprio il “rimandato” sindaco Virginio Brivio, chiamato dalla pubblica accusa a chiarire il suo ruolo nella vicenda relativa al Lido di Parè.

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