“Mi ha messa all’angolo in ascensore”. L’aggressione subita da una meratese

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COMO – “Quando la porta dell’ascensore si è chiusa l’uomo ha cominciato a venirmi addosso, mi schiacciava nell’angolo, io non ho avuto reazioni”. Si avverte ancora la paura di quei momenti nelle parole di P.I., una ragazza ventenne residente nel meratese, mentre descrive l’aggressione che l’ha vista suo malgrado coinvolta.

Le 19 meno 20 di venerdì scorso, l’ora di sempre, la strada di sempre verso l’autosilo in centro Como, dove lavora, “avevo parcheggiato la macchina al nono piano – racconta – all’ingresso ho notato una persona ‘strana’, aveva il cappuccio, gli occhiali scuri e un borsone, ma sono andata dritta per la mia strada”.  Pochi metri a piedi, “mi sentivo osservata mentre camminavo, ma non mi sono girata, sono salita in ascensore” in cui, appena prima che la porta si chiudesse, è entrato anche l’uomo.

“Ha cominciato a venirmi addosso, mi schiacciava in un angolo, mi fissava e non diceva niente. Non ha tentato di rubare nulla. Io non ho avuto reazioni, avevo il fiato bloccato, solo quando ho visto l’ascensore aprirsi l’ho scansato e sono scappata via”. Poi la corsa giù dalle scale – l’ascensore permette di raggiunge solo i piani pari ndr. – fino all’auto, “ho bloccato subito le serrature, lui si è avvicinato al finestrino e ha cominciato a bussare, bussava e diceva solo ‘scusa… scusa’, gli facevo segno di andarsene, appena sono riuscita ho acceso la macchina e sono andata via”.  La ragazza ha immediatamente telefonato al fratello, “lui ha avvertito le Forze dell’Ordine e i responsabili dell’autosilo, che il giorno seguente mi hanno contattata per consigliarmi di denunciare e scusarsi – il parcheggio è interamente sorvegliato dal personale e tramite telecamere di videosorveglianza – non hanno alcuna colpa, anzi – continua la 20enne – hanno estrapolato subito le riprese per consegnarle alla Polizia”.

“Qualche giorno dopo la denuncia contro ignoti la Polizia di Como mi ha mostrato le immagini delle telecamere, anche quelle all’interno dell’ascensore, e poi per il riconoscimento la foto segnaletica dell’uomo ” straniero e classe 1988 che i poliziotti avevano già rintracciato nella zona.

“Ho avuto molta paura, tutto quello che succede ultimamente che riportano i giornali mi ha condizionata e la paura non mi ha permesso di avere una reazione adeguata e commisurata di fronte a qualcuno che stava violando la mia sfera personale” conclude P. I.