Due soggetti entrambi albanesi, sono stati arrestati dai Carabinieri di Lecco su decreto di fermo firmato oggi dal Pubblico Ministero Del Grosso.
Entrambi pregiudicati, Uno dei due stava scontando una pena di due anni e sei mesi per spaccio, parte della quale trascorsa in carcere mentre attualmente era affidato in prova ai servizi sociali, il secondo invece nel 2005 era stato protagonista di una sparatoria nella provincia di Bergamo.
Entrambi sono stati ritenuti gli autori di ben 14 furti aggravati e una rapina compiuti tra la Valsassina e la provincia di Lecco, anche se il loro territorio d’azione si estendeva fino a Pavia e all’Emilia Romagna. I furti sono stati messi a segno a Ballabio (22 marzo, 2, 9 e 30 aprile), Pasturo (8 marzo rapina e 24 marzo furto), Barzio (26 marzo, 9 aprile), Cesana Brianza (26 marzo), Lecco (10 e 11 aprile), Cassina Valsassina (11 aprile), Cremeno (14 e 22 aprile) e l’ultimo quello del 18 giugno Civate; colpi ai quali si devono aggiungere quelli al bar Stadio e al bar Sole di Malavedo (Lecco).
Un’attività criminosa redditizia che ha fruttato ai due albanesi una somma di circa 60mila euro, un bottino fatto principalmente da oggetti preziosi, telefonini, un portatile, autoradio e molto altro ancora.
“Abbiamo dovuto operare in fretta – ha spiegato il Comandante Provinciale di Lecco Tenente Colonnello Marco Riscaldati – l’indagine è partita a febbraio e si è conclusa il 22 giugno. Ci sono voluti 3 mesi di lavoro per raccoglie prove e portarle al PM. Abbiamo lavorato in emergenza perchè il decreto di fermo convalidato oggi dal Gip (De Vincenzo, ndr) a cui è seguita un’ordinanza di custodia cautelare per entrambi i soggetti, è la testimonianza di come siamo dovuti intervenire velocemente dato che uno dei due fermati stava per rientrare in Albania e secondo i suoi programmi ieri doveva già essere a casa. Posso dire che abbiamo avuto un riscontro positivo che premia il lavoro di investigazione svolto”.
Parole di elogio da parte del Colonnello Riscaldati per la collaborazione delle stazioni dei Carabinieri di Calolzio e Valmadrera e un grazie particolare a quella di Introbio per l’ “ottimo lavoro svolto dal maresciallo Antonio De Vincenzo e dai sui uomini”. Poi un ringraziamento al sindaco di Ballabio Lugi Pontiggia per la “collaborazione e per aver dovuto subire il colpo delle critiche mentre stavamo svolgendo in silenzio il nostro lavoro. Grazie anche alla Polizia Locale di Ballabio per il prezioso lavoro svolto in sinergia”. Il Colonnello ha quindi sottolineato proprio l’importanza dell’operare in sinergia: “Tutti noi dobbiamo dare il nostro contributo socondo le riespettive possiblità e competenze”.
Al Capitano della Compagnia Carabinieri di Lecco Francesco Motta il compito invece di entrare nel dettaglio dell’operazione che ha portato all’arresto dei due malviventi: “Si tratta di due soggetti spregiudicati che operavano in maniera sfrontata in orari diversificati e in un territorio vasto, facendo leva su un’organizzazione di mezzi ben fornita, inoltre fondavano la loro attività su notizie che qualche basista gli forniva. Durante le indagini hanno avuto un ruolo molto importante le telecamere di videosorveglianza soprattutto quelle di Ballabio, nonostante molti le reputano inutili. In questo caso sono state utilissime perchè ci hanno fornito elementi di prova determinanti”.
Quindi il Capitano ha proseguito spiegando come: “il fatto più grave compiuto dalla coppia di albanesi è il colpo messo a segno a Pasturo quando, inseguiti dal proprietario dell’abitazione in cui avevano messo a segno il furto che nel frattempo aveva allertato i carabinieri, uno dei due malviventi ha affrontato il valsassinese e con la tracotanza tipica che caratterizza questi soggetti gli ha espressamente detto che era lui il ladro e minacciandolo con un cacciavite gli ha intimato di andarsene altrimenti sarebbe finita male”.
Infine, ma non per ultimo il Colonnello Riscaldati ha voluto ricordare come: “Noi lavoriamo molto in silenzio, leggiamo i giornali e i quotidiani on line che sono per noi strumenti importanti e molte volte sono anche uno stimolo per fare meglio. La gente deve capire che noi non lasciamo cadere nulla e non lasciamo nulla di intentato. Non stiamo con le mani in mano, bensì lavoriamo in silenzio. Poi ci sono i tempi tecnici investigativi da rispettare e, purtroppo o forse no, i risultati si ottengono solo dopo un certo periodo di tempo”.