BOLZANO – Quattro “case chiuse” mascherate da centri massaggio – aperte dalle 8 alle 24 tutti i giorni, festivi compresi, e frequentate da circa 650 clienti – ove si prostituivano ragazze di etnia cinese costrette a lavorare con turni massacranti, sono finite nel mirino dei Carabinieri Comando Provinciale di Bolzano che, a conclusione di un’indagine durata diversi mesi, stanno eseguendo una vasta operazione anticrimine che interessa anche le Province di Trento, Sondrio, Ravenna e Lecco.
Dalle prime luci dell’alba, in particolare, 100 Carabinieri sono impegnati a dare esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Bolzano Dottot Carlo Busato su richiesta del Pubblico Ministero Dottoressa Daniela Pol nei confronti di sei individui cui viene contestato il reato associativo (416 del Codice Penale) finalizzato all’induzione e allo sfruttamento a livello “industriale” del mercato del sesso. Quattro gli immobili sequestrati e decine le perquisizioni ancora in corso su tutto il territorio nazionale.
Le donne, solo di etnia cinese, venivano reclutate attraverso inserzioni su riviste cinesi, allettate da promesse di attività lavorative lecite con la prospettiva di uno stipendio garantito fino a 3500 euro al mese e poi costrette – pena l’allontanamento immediato – a prostituirsi all’interno dei centri massaggio (o con servizio a domicilio a costi raddoppiati) dislocati in Bolzano (2), Pineta di Laives (BZ) e Trento.
L’attività investigativa condotta dai Carabinieri della Compagnia di Egna (BZ) ha permesso di delineare i vari ruoli – capi e gregari – degli arrestati all’interno dell’organizzazione definendo i compiti e mansioni per ciascuno di essi, dal reclutamento, alla pubblicizzazione, alla scelta degli immobili con contratti d’affitto ad hoc e attivazione utenze, fino al sostegno logistico e la fidelizzazione del cliente. Imponente il flusso di denaro documentato: ogni prostituta arrivava a soddisfare una media di circa 25 clienti al giorno e ciascun centro era in grado di gestire anche 1300 chiamate giornaliere.
Gli annunci che comparivano sui quotidiani locali di più ampia diffusione sono tutti dal seguente tenore: “Massaggi orientali, per il tuo benessere psico-fisico, aperto tutti i giorni. Tel.: …….…” oppure “Nuovo centro massaggi a Bolzano con vasca idromassaggio, vieni a provare. Tel.: ……..….” seguiti da un numero telefonico variabile, rintracciabile anche in internet, con i motori di ricerca, all’interno di siti per incontri a carattere sessuale, abbinati a foto raffiguranti ragazze orientali, giovani, in pose ammiccanti e poco vestite.
Al vertice dell’organizzazione, la cinese Zhang Ling, classe 1961, residente a Delebio (SO), ma domiciliata a Trento, responsabile di avere costituito, organizzato e diretto l’associazione a delinquere occupandosi direttamente del reclutamento delle donne, mediante inserzioni pubblicate su giornali in lingua cinese, e di aver contrattato con le interessate i termini economici e logistici con promesse di guadagni anche di 3500 euro al mese. Una volta irretite le ragazze, la Zhang imponeva unilateralmente i prezzi delle prestazioni ma soprattutto gestiva i pagamenti alle dipendenti in base alla loro attività ed al loro rango all’interno dell’organizzazione. Gestisce in prima persona il centro di via Glorenza 80/A di Bolzano e quello di Trento ma amministra tutti gli introiti derivanti dalla prostituzione in base a quote prefissate (60% per l’organizzazione e 40% per la “massaggiatrice”). Al suo fianco ma legati da un vincolo di subordinazione:
– Ma Xiao, classe 1983, figlia della Zhang, residente a Trento (sottoposta agli arresti domiciliari), rivendica il ruolo di “vice” all’interno dell’associazione ed è la referente per il centro massaggi di Trento denominato “Grotta di sale”, in via Dei Solteri. È impegnata su tutta la filiera: dalle semplici funzioni di telefonista alla fase di offerta della prestazione sessuale ma soprattutto alla gestione dei compensi e alla rendicontazione dell’attività svolta da ogni singola ragazza sottoposta al fine della quantificazione delle rispettive spettanze;
– Franco Carlo Greco, classe 1959, residente a Dubino (SO): collaboratore di primo piano, può essere definito una “testa di ponte” o prestanome del sodalizio, in grado di garantire idonea copertura. Ha stipulato il contratto d’affitto e le relative utenze per il centro massaggi di via Brennero a Pineta di Laives (BZ), favorendo l’impianto dell’organizzazione sul territorio provinciale per poi defilarsi dalla gestione attiva in cambio di un compenso mensile in funzione della recidiva reiterata per aver gestito in passato con il Pedranzini analogo centro massaggi nella provincia di Novara;
– Giorgio Piero Pedranzini, classe 1950, residente a Delebio (SO), ma domiciliato a Trento, presso la Xiao Ma: si prodigava quale “tuttofare” dell’organizzazione, individuava i locali da affittare, provvedeva ai relativi necessari adempimenti burocratici, effettuando anche le inserzioni pubblicitarie. In particolare ha stipulato il contratto di affitto e relative utenze per i locali di via Glorenza a Bolzano (+ recidiva);
– Chun Yu Dong, classe 1970, residente a Russi (RA): responsabile del centro di via Brennero a Pineta di Laives (BZ) (fino all’arrivo di Xiufen Chen), si occupa anche di garantire prestazioni a domicilio su richiesta dei clienti (ruolo esecutivo);
– Xiufen Chen, classe 1968, residente a Bolzano subentrata a Chun Yu Dong nella gestione del centro di Pineta di Laives (BZ) e successivamente si occupa anche del centro via Druso 225 a Bolzano. Ottiene una completa autonomia gestionale e soprattutto decisionale con l’accordo di corrispondere all’organizzazione ben 15.000 euro al mese (ruolo esecutivo).
In pochi mesi, l’organizzazione era riuscita a garantirsi un enorme successo economico tanto da riuscire ad ipotizzare in tempi rapidi anche l’apertura di un altro centro a Merano (BZ).
“L’attività investigativa per la Provincia di Lecco – ha spiegato il Ten. Col. Marco Ballerini – riguarda un’iniziale attenzione da parte dei Carabinieri operanti nei confronti della ZHANG Ling, che, essendo al vertice dell’organizzazione criminosa, sembrava intenzionata ad aprire un “centro massaggi” in quel Capoluogo. Nonostante la donna abbia poi abbandonato il progetto, ha comunque mantenuto dei conti correnti presso Istituti di Credito di Lecco e provincia che non sono stati sequestrati”.

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL




































