Aspre critiche giungono da due componenti del Soccorso Alpino di Lecco in seguito all’intervento di sabato 20 quando cinque giovani lecchesi sono rimasti bloccati nel canalone Caimi in Grignetta poi ‘salvati’ dall’intervento dell’elicosoccorso.
Una lettera che esprime forti perplessità sulla troppa facilità e leggerezza con cui sarebbe stato utilizzato l’elicottero del 118 e punta il dita su coloro che dalla Centrale Operativa del Bione non hanno rispettato le direttive del capo del Soccorso Alpino sezione Grigne Giacomo Arrigoni.
“Sono ai Piani Resinelli verso le 11 – 11.30 circa e vedo l’elicottero del 118 girarmi sopra la testa diretto in Grignetta per poi fermarsi a tre quarti del canalone Caimi. A questo punto mi prendo la briga di fare una telefonata al Centro Operativo di Lecco al Bione chiedendo cosa fosse successo. Mi viene comunicato che ci sono 5 ragazzi fermi nel canalone Caimi. Chiedo se sono feriti. Mi rispondono di no e mi dicono che si sono fermati solo perchè incapaci di andare sia avanti che indietro (in gergo si dice incrodati, ndr). A questo punto la domanda che mi faccio e con me un collega del Soccorso è: “Era necessario mandare un elicottero del 118 per recuperare queste persone che non si sono fatte nulla, nemmeno un graffio, quando si poteva salire a piedi e aiutarle a uscire dal canalone?”. Anche perchè il capo del Soccorso Alpino sezione Grigne Giacomo Arrigoni, ci ha espressamente chiesto la reperibilità in questi giorni d’agosto prevedendo la presenza di numerosi escursionisti sulle nostre montagne. Tuttavia chi si trova al Centro operativo del Bione ignora le disposizioni di Arrigoni esposte anche in bella mostra proprio al Centro operativo. Era sufficiente fare una telefonata o più semplicemente una chiamata per radio visto che tutti noi soccorritori ne siamo dotati. Saremmo saliti al Caimi in soccorso a queste persone”.
Lettera Firmata