Visitare un open day è diventata ormai quasi un’abitudine, ma quello della scuola Kolbe a Lecco che si è svolto sabato è stata una sorpresa continua e imprevedibile.
“Le aule sono diventate dei laboratori vissuti: i ragazzi hanno lavorano con i loro insegnanti; all’opera insieme per rendere ‘luogo di bellezza’ quello di tutti i giorni e di ogni mattina – ha spiegato a fine giornata la preside Bianca Brambilla – Ce n’era per tutti i gusti: l’aula di informatica ha visto Steve Jobs e la sua rivoluzionaria opera nel mondo dell’informatica. I ragazzi si sono accorti che il suo motto: ‘Siate affamati, siate folli’ può essere messo in atto nel quotidiano. Si è potuto trovare la bellezza della geometria: nella semplicità di un angolo si nasconde la perfezione, che va guardata e riconosciuta. Beethoven è stato un costruttore di bellezza: attraverso la sua musica e ancora oggi conduce i ragazzi della Kolbe a scoprire come ciascuno possa fare della sua vita un’opera d’arte. Si è potuto imparare anche, entrando nell’aula di geometria, che il cerchio è simbolo di perfezione: esso ha quasi relazione divina e rappresenta l’eternità, non ha principio né fine”.
Intanto un gruppo di allievi di terza stava recitando su un palco improvvisato, dove trovava spazio un cantiere navale, con un mare infinito come sfondo; mentre un maestro d’ascia insegnava ai suoi artigiani a guardare le cose non per quello che sono, ma per quello che diventeranno. Forse, è proprio lo spirito che deve muovere un maestro, un educatore o insegnante … E ancora, in fondo al corridoio “la grammatica è una bella canzone”: ed ecco un nuovo modo di fare l’analisi logica, magari divertendosi sui testi delle canzoni più amate, così che si può davvero riflettere sulla lingua.
“San Massimiliano Kolbe, a cui la nostra scuola è dedicata, è un esempio da seguire e imitare”, ha proseguito la preside mentre i ragazzi stavano mettendo in scena alcuni episodi significativi della sua vita.
Visibilità è stata data anche al laboratorio di scienze dove curiosità e ricerca portano a scoprire le cose e a chiedersi i perché e a trovare risposte; ai ragazzi delle classi seconde, al ritorno da Assisi, il compito di raccontare quello che hanno visto e incontrato, lasciandosi provocare da un luogo simbolo di fede, di storia e arte. Infine ma non da ultimo le lingue straniere, presentate attraverso canzoni e cucina, tant’è che nell’aula c’era addirittura la possibilità di cucinare biscotti con ricette da tradurre.
“Quando si va via da un open day come questo – ha concluso la preside – non si torna a casa a mani vuote, ma con la consapevolezza che i nostri ragazzi devono avere accanto a sé adulti che desiderano introdurli nella realtà a 360°”.