Si continua a lavorare per liberare il paese valsassinese dai detriti
Gli sfollati restano fuori casa. “Non ci sono le condizioni per farli rientrare”
PRIMALUNA – “Ci sono ancora i canali da liberare, le strade sono completamente prive di sottoservizi, manca la corrente, manca l’acqua, manca tutto. La zona è ovviamente sfollata, le case sono piene di materiale esondato”.
E’ il sindaco di Primaluna, Mauro Artusi, a dare un ultimo aggiornamento sulla situazione in paese che sta vivendo il suo terzo giorno di grave emergenza. La provinciale 62 della Valsassina, che mercoledì era stata interrotta dai detriti portati a valle dai torrenti, è stata riaperta questa mattina ma la situazione resta grave.
“Abbiamo fatto il punto con i funzionari di Regione Lombardia, per quanto riguarda due delle tre valli le condizioni sono peggio di quelle che ci aspettavamo, servirà più tempo per far rientrare gli sfollati. Quando saranno garantite condizioni dignitose e sicure, allora le persone potranno tornare nelle loro case – prosegue il sindaco – La terza valle è stata interessata in maniera minore e sono in corso delle valutazioni a monte per verificare che non ci siano rischi di cadute di altro materiale. In caso positivo, allora già in serata gli abitanti potranno fare rientro”.
Sul posto, insieme al sindaco Artusi, anche l’on. Paolo Ferrari: “Ho voluto venire di persona per rendermi conto della situazione. Sono stato a Dervio, a Premana ed ora a Primaluna. Ho visto una macchina dei soccorsi in piena efficienza e che è partita nell’immediatezza; insieme a questo, e non avevo dubbi, c’è la grande mobilitazione dei cittadini, degli amministratori locali che si sono tutti rimboccati le maniche spalando il fango, senza aspettare l’aiuto dallo Stato che è comunque arrivato”.
“Mi attiverò insieme agli altri parlamentari del territorio affinché questi cittadini non restino soli – ha proseguito Ferrari – Si dovranno ripristinare le condizioni di vivibilità di questi luoghi per i cittadini e per le aziende che qui lavorano. Dobbiamo fare sì che venga dichiarato lo stato di emergenza, consentendo l’arrivo di ulteriori fondi per aiutare le amministrazioni locali e le attività economiche, affinché possano continuare a restare su questo territorio e a presidiarlo”.