Il sindaco Elide Codega: “Non ho scelta. Se Regione Lombardia ritiene non esserci pericolo lo dica pubblicamente e se ne assuma la responsabilità”
PREMANA – “Alla prossima ondata di maltempo sarò costretta ad evacuare tutta la zona industriale di Giabbio dove ci sono circa 30 aziende di cui 15 forbiciai”.
Un annuncio pesante quello del sindaco di Premana Elide Codega, che comprova la gravità della situazione che ancora sta vivendo Premana dopo il nubifragio della scorsa settimana.
Oggi il problema più grosso riguarda la Zona Industriale di Giabbio, dove il torrente che scende dalla Val Marcia confluisce nel torrente Varrone. “Qui, il letto del fiume si è allargato e soprattutto si è alzato di diversi metri a causa dell’enorme quantità di detriti trasportati dai due torrenti durante il nubifragio – spiega il sindaco – Un’altra ondata di maltempo potrebbe far esondare il torrente, ma non solo, poco oltre il Varrone costeggia l’unica strada di accesso al comprensorio industriale e in alcuni punti l’acqua ha eroso vistosamente gli argini. Il rischio è che al prossimo temporale la sede stradale possa collassare”.
Elide Codega è preoccupata certo, ma altrettanto decisa e con le idee chiare sul da farsi: “Vista la situazione in cui versa il torrente Varrone in quella zona, al prossimo temporale mi troverò costretta ad evacuare tutta l’area industriale. Ne va della sicurezza dei miei concittadini che è la priorità assoluta”.
Il sindaco è ben cosciente delle conseguenze di una simile decisione: “Significa bloccare un paese, la sua economia, la produzione industriale con danni economici enormi”, ma sembra non avere alternative: “Non ho scelta. E non dimentichiamoci poi che più a valle c’è la diga di Pagnona, abbiamo visto tutti cos’è successo a Dervio quando è stata aperta per far defluire il ‘troppo’ pieno dell’invaso, con l’acqua che ormai aveva raggiunto il colmo”.
Quindi cosa fare per scongiurare una decisione così estrema?
“E’ necessario ripristinare la sicurezza in zona Giabbio (con i capannoni al momento risparmiati dall’ondata di maltempo, ndr) ripulendo il letto del fiume e rafforzando gli argini – spiega – Compito che spetta a Regione Lombardia in quanto è l’ente responsabile dei due torrenti che fanno parte del reticolo idrico maggiore. Si tratta di un lavoro complesso e costoso. Parliamo di diverse centinaia di migliaia di euro”.
Un problema tuttavia non nuovo quello che presenta il torrente Varrone.
“Il maltempo del 2014 aveva già creato danni agli argini in più punti e la Regione intervenne solo nel 2017 con le opere di regimazione costate circa 270mila euro. Appena in tempo. Perché nel 2018 un’altra ondata di maltempo ha di fatto spazzato via tali opere che hanno contribuito a scongiurare il peggio e salvare lo storico Pont di Bonom che conduce da Giabbio alla località Lavinol”.
Nonostante non fosse di competenza comunale, vista la situazione l’Amministrazione Codega ha però deciso di intervenire con una messa in sicurezza delle fondamenta del ponte di Bonom e la realizzazione di alcuni argini in prossimità dell’area industriale utilizzando fondi di Bilancio.
“Sono stati interventi tampone, ma provvidenziali, altrimenti oggi saremmo qui a raccontare un’altra storia. Per questo è indispensabile che Regione Lombardia intervenga o, meglio ancora, che venga accolta dal Ministero la richiesta di Stato di Calamità Naturale presentata del presidente della Regione Attilio Fontana. Questo ci permetterebbe di avviare subito i lavori sapendo di ricevere, entro 15 giorni, i finanziamenti necessari”.
A fronte di una situazione così delicata è evidente che serve un intervento rapido e tempestivo altrimenti… “se Regione Lombardia non intende intervenire, si assuma quanto meno la responsabilità di dichiarare che non incombe nessun pericolo e che la gente e le imprese di Premana sono al sicuro, così come lo è la diga di Pagnona. Regione Lombardia si faccia avanti e lo dica pubblicamente. Sarò ben lieta di essere smentita”.
Una lotta contro il tempo, sia sul fronte burocratico che su quello meteorologico, per il quale nulla si può fare se non incrociare le dita.
La comunità premanese, però, non si è mai persa d’animo e ha risposto da subito alla grande, come orgogliosamente sottolinea il sindaco.
“Fatto salvo per questo grande problema legato alla zona industriale, l’emergenza è ora sotto controllo. Non sta piovendo e questo ci permette di lavorare velocemente, facendoci guadagnare tempo prezioso. Alcune persone sono ancora sfollate, ma prevediamo di iniziare i lavori di messa in sicurezza delle zone interessate e quindi di farle rientrare nelle loro abitazioni non appena avremo l’ok della Somma Urgenza. A questo si aggiunge il lavoro costante dei miei infaticabili concittadini. E’ grazie a loro che molte situazioni critiche sono state già sistemate. Le due strade agro-silvo-pastorali che portano all’Alpe Rasga e all’Alpe Forni sono state pulite nei punti in cui è stato possibile intervenire con il lavoro dei volontari. Spetterà invece al Comune intervenire nei punti in cui ci sono stati cedimenti del fondo stradale, come ad esempio nel tratto tra Giabbio e la località Gébio. Lo faremo al più presto trovando una copertura finanziaria, così da ripristinarne la transitabilità”.
TORRENTE VARRONE A CONFRONTO IN ZONA PONT DI BONOM
Qui sopra due immagini che rendono solo in parte quanto è successo la mattina di Mercoledì 12 Giugno a Premana. Alle 6.20 il torrente Varrone presenta una portata comunque notevole, ma nulla lascia presagire a cosa succederà poche ore dopo.
Alle 10.20 infatti, il torrente Varrone diventa così potente e impetuoso a tal punto da “mangiarsi” in più punti gli argini, allargando il suo letto e trasportando con se tronchi di alberi, sassi e detriti.
Ben si nota il masso erratico completamente avvolto dall’acqua, quando solitamente (foto sopra) il torrente gli passa a fianco delimitandone il percorso.