Etica e morte, al C.S. un monologo ispirato alla vicenda di Eluana

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LECCO – Sabato 9 febbraio alle ore 21 al Centro Sociale di Germanedo andrà in scena il monologo  “UNA QUESTIONE DI VITA E DI MORTE. Veglia per E.E.”, scritto, diretto e interpretato da Luca Radaelli, ispirato alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, scomparsa il 9 febbraio 2009, dopo 17 anni di stato vegetativo permanente provocato da un grave incidente stradale avvenuto nel 1992.

Attraverso la chiave di lettura del teatro, la narrazione e la musica, la pièce “UNA QUESTIONE DI VITA E DI MORTE. Veglia per E.E.” propone al pubblico una riflessione su temi profondi e intimi – la vita e la morte, la malattia, la volontà e libertà personale, l’etica, la religione e la fede, la laicità. Tematiche che hanno animato e animano tuttora il dibattito pubblico e politico-istituzionale sui temi legati alle questioni di fine vita.

Il lavoro drammaturgico di Luca Radaelli, autore, regista e attore teatrale, direttore artistico della compagnia Teatro Invito di Lecco, che, con sobrietà, attenzione ed emozione, affronta “in punta di piedi” un tema complesso, difficilissimo, come quello della morte, è stato realizzato con il prezioso contributo e la collaborazione di Beppino Englaro, padre di Eluana, e del suo libro “Eluana. La libertà e la vita” (scritto in collaborazione con Elena Nave, ed. Rizzoli, 2008).

“In tutte le culture – sottolinea Luca Radaelli – la morte è un fatto naturale. Dall’Irlanda all’isola di Bali, dalla Calabria alle steppe russe, le comunità si riuniscono a vegliare il morto con canti e racconti, mangiando o ubriacandosi. Noi vogliamo riprendere questa tradizione: proporre una veglia, laica, anche per chi non ha avuto questa possibilità. In una società che cerca di “dimenticare”, occultare, esorcizzare la morte, per una volta, vogliamo, invece, parlarne, partendo dalla cronaca e dall’attualità, e allargando la riflessione ad un livello più ampio, astratto, culturale”.

Ed è così che lo spettacolo ripercorre brani dei grandi classici della filosofia, della letteratura, della poesia e della drammaturgia – Sofocle, Dante, Shakespeare, Molière, Foscolo – e richiama note e versi di grandi autori contemporanei come Fabrizio De Andrè e Robert Wyatt, oltre che canti della tradizione popolare, “alla ricerca di una chiave per sondare il mistero della morte”, restituendo allo spettatore quesiti, dubbi, interrogativi, sui quali riflettere, oggi, ma anche, e soprattutto, per il domani.