Francesca Diotallevi vince l’edizione 2019 del premio Manzoni al romanzo storico

Tempo di lettura: 5 minuti

La premiazione ieri sera, sabato, alla Casa dell’Economia

La giovane scrittrice ha dato voce alla storia di Vivian Maier, la tata con la Rolleiflex

LECCO – Ha dato voce a una donna che aveva vissuto sempre in silenzio, affidando a migliaia di rullini mai stampati il racconto della sua vita. E’ Francesca Diotallevi la vincitrice dell’edizione 2019 del Premio Manzoni al Romanzo Storico, organizzato dall’Associazione 50&Più, in collaborazione con Assocultura Confcommercio Lecco, il Centro Nazionale di Studi Manzoniani e il Comune di Lecco.

Francesca Diotallevi

Il suo romanzo, intitolato evocativamente “Dai tuoi occhi solamente” e pubblicato dalla casa editrice Neri Pozza, è risultato il più apprezzato da parte della giuria popolare composta da 100 lettori. La cerimonia di premiazione è avvenuta sabato sera alla Casa dell’Economia. Sul palco si sono ritrovati i tre autori dei romanzi arrivati in finale al premio letterario lecchese diventato ormai un appuntamento imperdibile della stagione culturale cittadina.

Memoria e immaginazione

Intervistati da Ermanno Paccagnini e Stefano Motta, rispettivamente presidente e membro della Giuria Tecnica, Francesca Diotallevi, Marco Lupo autore di “Hamburg: la sabbia del tempo scomparso” (Il Saggiatore) e Laura Pariani, “Il gioco di Santa Oca”, hanno spiegato cosa voglia dire ripescare dal vuoto della memoria vicende ormai sepolte trasformandole in storia.

Ermanno Paccagnini, Francesca Diotallevi, Marco Lupo, Laura Pariani e Stefano Motta

“Mio nonno mi diceva sempre che se sai una storia e non la racconti, questa va persa – ha esordito Laura Pariani -. Ed è proprio così. Nel romanzo storico bisogna sempre far procedere di pari passo memoria e immaginazione”. Ecco quindi che nel racconto delle donne vissute nel Seicento nella brughiera lombarda, il linguaggio, fatto di rimandi al dialetto e alla tradizione popolare, diventa il veicolo principe per dare voce a “donne coraggiose, forti, straordinarie, che viaggiavano in tutta Europa per sopravvivere”.

La tata con la Rolleiflex

Donne come Vivian Maier, la tata con la Rolleiflex, protagonista del romanzo di Diotallevi che “sembrava aver cancellato ogni traccia della sua memoria salvo aver accumulato in diversi scatoloni i rullini scattati ogni giorno. Le sue fotografie sono state scoperte quando lei ormai era morta e chissà se avrebbe voluto che venissero rese pubbliche”.

Affascinata dalla sua storia, la giovane scrittrice milanese ha spiegato di aver provato del pudore nell’entrare in una vita così riservata e nascosta: “Di solito scrivo di getto e in prima persona. Ma mi sono resa conto che, in questo caso, non potevo farlo. Ho dovuto introdurre un personaggio terzo, più distante e distaccato, attraverso il quale forzare la serratura posta da Maier”. Da ogni scatto è nata una storia, capace di ricostruire un tessuto ormai disperso.

Voce ai vinti

Anche in “Hamburg. La sabbia del tempo scomparso”, romanzo ambientato tra le macerie in cui era ridotta Amburgo nel 1943, la scrittura assolve questo compito: dà spazio ai vinti, agli uomini e alle donne della società civile inermi e impotenti di fronte a drammi che si consumano sulle proprie vite.

Marco Lupo

“Non è facile dare voce alla dimensione del civile perché, quando si accarezza la grande Storia, il discorso diventa frammentario e non può essere sempre lineare” ha concluso Lupo, condividendo il richiamo del moderatore Motta all’attualissimo caso curdo. “Diversi e differenti per contenuti e stili, i vostri tre romanzi si assomigliano perché conferiscono alla scrittura un potere salvifico” ha concluso Paccagnini, sottolineando come anche la lettura possa compiere questa magia quando ci si confronta con libri e testi che hanno spessore e profondità.

Menzione speciale per la graphic novel “La vita che desideri”

Valori che vanno di pari passo con la capacità di stupire e provocare riconosciuta dalla giuria tecnica alla graphic novel “La vita che desideri”. Realizzato da Francesco Memo e Barbara Borlini e pubblicata da Tunuè Editore, il libro si è aggiudicato il premio speciale della giuria per avere raccontato con testi e disegni una storia di libertà sullo sfondo del periodo che comprende i conflitti mondiali del Novecento.

Barbara Borlini e Francesco Memo

“Non scordiamoci che proprio Manzoni fu il primo a utilizzare delle xilografie nel testo della Storia della Colonna Infame” ha sottolineato Motta che proprio l’anno scorso ha curato, nell’ambito del maggio manzoniano meratese intitolato Alessandro tra le nuvole la mostra “I Promessi Sposi a fumetti”.

Il premio Storie di lago a Spreafico

Sempre a Manzoni si è riallacciato il giornalista e scrittore lecchese Giorgio Spreafico, insignito del premio Storie di lago per il libro “L’uomo delle Parole Incrociate” (Teka Edizioni). Il volume è un omaggio alla figura dimenticata dell’enigmista Giuseppe Airoldi e tratteggia un’epoca importante e ricca per la città di Lecco.

Eugenio Milani, Giorgio Spreafico e Peppino Ciresa

“Si pensa sempre a Manzoni come a uno scrittore severo e serio, ma anche a lui piaceva molto giocare con le parole. Amava le sciarade, i rebus, le allegorie. Del resto l’enigmistica è l’arte che non solo sa scucire i segreti delle parole ma anche quelli del cuore” ha concluso Spreafico, premiato da Eugenio Milani e Peppino Ciresa. Presenti alla cerimonia anche il sindaco di Lecco Virginio Brivio, il vice presidente nazionale di 50 & Più Franco Bonini e Giorgio Cortella in rappresentanza di Acel Service.

ALTRE FOTO NELLA GALLERIA FOTOGRAFICA