Leggermente. Sala piena per Dacia Maraini: “Il femminicidio è una tragedia culturale”

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L’autrice, che nel 2016 aveva ricevuto il Premio alla Carriera, è tornata a Lecco per parlare del suo libro ‘Diario degli anni difficili’

Una bella riflessione sulla giustizia, i diritti delle donne e la necessità di educare

LECCO – Sala gremita per Dacia Maraini: la grande scrittrice e saggista, nata a Firenze nel 1936, venerdì sera è stata ospite di Leggermente, la rassegna targata AssoCultura Confcommercio Lecco, per parlare del suo libro ‘Diario degli anni difficili. Con le donne di ieri, oggi e domani’ (Solferino, 2024). 

Un ritorno in città per l’autrice, che nel 2016 aveva ricevuto il Premio alla Carriera Alessandro Manzoni. Lecco ha accolto calorosamente Maraini: piena la sala conferenze di Confcommercio Lecco dove l’autrice ha dialogato con lo scrittore Paolo Di Paolo partendo dal libro pubblicato lo scorso anno: una raccolta di articoli, scritti nel corso degli anni, che riflettono su temi di attualità, spesso legati al mondo femminile.

Toccando diversi temi, la scrittrice ha condotto in maniera lucida e chiara una riflessione a 360 gradi non solo sulla condizione della donna in Italia e in altri paesi ma anche sul concetto molto amato di giustizia: “Al senso di giustizia si viene educati – ha detto, rievocando l’esperienza di prigionia nei campi di concentramento giapponesi quando era una bambina di appena 7 anni – per me quella è stata una scuola di ingiustizia: c’è chi soccombe, e c’è chi reagisce. Io, che maneggiavo bene gli strumenti della parola e della scrittura, ho deciso di usarli per reagire e parlare di giustizia. Ma non c’è giustizia senza immaginazione: l’etica viene dall’immaginare il dolore degli altri”.

Le diverse inchieste che Maraini ha condotto, nei carceri come nei manicomi, sono state guidate dal senso di giustizia, così come l’impegno nella rivoluzione femminista. Nel suo libro si percepisce un monito: non dare per scontato che quelle conquiste siano eterne. Per mantenerle, bisogna lavorare, insieme: “Uno dei più grossi problemi nel nostro Paese, ma direi dell’Europa, oggi, è quello di non riuscire a condividere i valori – ha detto l’autrice – ognuno tende ad andare per la sua strada, seguendo le sue idee. Ci stiamo pericolosamente dividendo, ed è sbagliato anche pensare che ciò che accade in luoghi da noi lontani non ci riguardi. Non è così, non più”.

Quindi la condizione delle donne, ancora troppo sottomesse, ancora troppo vittime di violenza: “In Italia il numero dei femminicidi è tragicamente alto – ha detto – ma un uomo che uccide una donna uccide anche sé stesso. Non si nasce assassini, è un fatto culturale. Alcuni uomini sono spaventati dall’emancipazione femminile e questa è una tragedia culturale: per loro l’identità è quella e se viene messa in discussione da una donna emancipata non possono sopravvivere a sé stessi”. Per superare questi tempi difficili e accrescere l’autonomia e la libertà delle donne “è necessario agire sulla cultura, educare e raccontare” ha concluso, tra gli applausi.

Scrittrice poliedrica, Dacia Maraini ha scritto testi di narrativa, opere di teatro e saggi. Esordisce nel 1962 con il romanzo ‘La vacanza’. Nel 1999 vince il Premio Strega con ‘Buio’. Tra le opere recenti si ricordano Trio (2021), Caro Pier Paolo (2022) e Vita mia. Giappone 1943 (2023).