Premio Manzoni al Romanzo Storico, scelta la terna dei finalisti

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Nell'ultima edizione del premio, la vincitrice Melania Mazzucco premiata on-line

Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni-Città di Lecco

In corsa per la vittoria dell’edizione 2021: Giuseppe Catozzella, Martina Merletti e Andrea Molesini

LECCO – A pochi mesi dalla finalissima dell’edizione 2020 (svoltasi nel mese di aprile 2021 per un rinvio legato alla pandemia) la macchina organizzativa del Premio Letterario Manzoni – Città di Lecco al Romanzo Storico organizzato da 50&Più Lecco, si è subito rimessa in moto. Quasi quaranta i libri che si sono candidati e tra questi la Giuria Tecnica – composta da Ermanno Paccagnini (presidente), Alberto Cadioli, Gian Luigi Daccò, Gianmarco Gaspari, Luigi Mascheroni, Stefano Motta, Mauro Novelli, Giovanna Rosa – ha scelto i tre romanzi finalisti dell’edizione 2021.

Si tratta di “Italiana” di Giuseppe Catozzella (Mondadori), “Ciò che nel silenzio non tace” di Martina Merletti (Einaudi) e di “Il rogo della Repubblica” di Andrea Molesini (Sellerio).

Le tre opere verranno ora valutate dalla Giuria popolare, che quest’anno sarà formata da 110 persone, con un incremento di 10 unità rispetto alle altre edizioni a dimostrazione anche di una costante crescita di interesse per il Premio. Saranno questi lettori – scelti grazie alla collaborazione delle librerie Cattaneo di Lecco e Oggiono, Libraccio di Lecco, Volante di Lecco, Parole nel Tempo di Lecco, La Torre di Merate e Perego Libri di Barzanò e delle biblioteche di Airuno, Costa Masnaga, Lomagna, Osnago e Valmadrera (Airuno, Lomagna e Osnago sono new entry) – a decretare l’assegnazione del Premio Romanzo Storico 2021. La serata finale, con lo spoglio delle schede e la proclamazione del vincitore, è in calendario a novembre a Lecco.

Come detto l’edizione 2020 del Premio Manzoni al Romanzo Storico si è conclusa nella primavera 2021 e ha visto il successo dell’opera “L’architettrice” di Melania G. Mazzucco (Einaudi) che ha prevalso in volata su di “Di guerra e di noi” di Marcello Dòmini (Marsilio) e su “Prima di noi” di Giorgio Fontana (Sellerio).

 

I finalisti

  • “Italiana” (Mondadori). Giuseppe Catozzella
    Maria Oliverio, altrimenti conosciuta come Ciccilla, nasce nella Sila calabrese, da famiglia poverissima. Dalle strade del paese si sale sulla montagna che è selvaggia, oscura, generosa. Quelle strade, quei sentieri li imbocca ragazzina quando ritorna a casa la sorella maggiore Teresa. E quelli sono i sentieri che Maria prende per combattere al fianco di Pietro, brigante e ribelle, diventando presto la prima e unica donna a guidare una banda contro la ferocia dell’esercito regio. Giuseppe Catozzella ricostruisce le vicende di Maria Oliverio in un romanzo vivo. Mescola documenti e leggenda, rovescia la sua immaginazione nella nostra, disegna dramma familiare e dramma storico ed evoca l’epica grandezza di una guerra quasi ignorata, una guerra civile combattuta in un mulinare di passione, sangue e speranza, come nella tradizione dei poemi cavallereschi.
  • “Ciò che nel silenzio non tace” (Einaudi). Martina Merletti
    1944, carcere Le Nuove di Torino. Una suora prende in braccio il bambino di una prigioniera in transito per Birkenau, lo addormenta con una pezza imbevuta di vino e riesce a portarlo fuori nel carrello della biancheria. Più di cinquant’anni dopo una giovane donna scopre che quella vicenda la riguarda da vicino, sale in moto e decide di seguirne le tracce. A poco a poco il passato si ricompone, nonostante i molti silenzi e i numerosi depistaggi della Storia: i bombardamenti, l’occupazione nazista, lo sfollamento, gli accidenti del dopoguerra. Il romanzo d’esordio di Martina Merletti, pur prendendo lo spunto da una situazione reale, nella sua libera trasposizione opera con piena coerenza tra i materiali e le ricostruzioni più propriamente storiche e la capacità di indagare quelle anime.
  • “Il rogo della Repubblica” (Sellerio), Andrea Molesini
    Nel 1480, in un piccolo paese del trevigiano, un bambino sparisce nel nulla. L’archisinagogo Servadio e altri due ebrei vengono accusati di averlo ucciso per impastare col suo sangue le focaccine pasquali. Torturati e condannati a morte per infanticidio rituale, fanno ricorso e il processo si riapre davanti al Senato di Venezia. Intanto Boris da Candia, spia della Repubblica di San Marco, uomo di “inganno e di rapina”, avventuriero violento, ma anche colto umanista, è investito di una missione segreta. Venezia è appena uscita da una guerra contro i turchi e dalla peste e il malcontento si diffonde. La scrittura musicale di Andrea Molesini scolpisce con maestria l’amara intensità emotiva della vicenda, in un’opera che mostra che cosa succede quando la giustizia cede all’intolleranza, per una tragedia destinata a ripetersi in ogni tempo e luogo.