Siamo andati alla scoperta dell’antico nucleo di Dorio
Praticamente disabitato da oltre un secolo, presto potrebbe rinascere a nuova vita
DORIO – Un agglomerato di rustici compatto, quasi fosse sulla difensiva, pronto a parare i colpi di qualche forestiero giunto da lontano nel tentativo di appropriarsene. Così si presenta ai nostri occhi, e allo sguardo degli escursionisti che attraversano il Sentiero del Viandante, il borgo di Mandonico, antico nucleo abitativo facente parte di quella che ancora oggi viene chiamata la vecchia Dorio. Qui a farla da padrone pietra, portoni in legno, prati, e nessuna anima viva, anche se presto potrebbe non essere più così.
Già la storia ci insegna che questa località non fu sempre ‘fantasma’: scopriamo infatti che vi sorsero i primi insediamenti Liguri e, subito dopo, Celti, come dimostrano alcune scure risalenti all’età del bronzo, ora conservate a Como, oltre che i numerosi massi erratici con cappelle, testimonianza di riti religiosi. Tutte popolazioni che scelsero questo vecchio nucleo per proteggersi da attacchi bellici, saccheggi e incursioni, trovandosi in una posizione arroccata tra la Valle di Dorio e la Valle dei Mulini. A un certo punto, non essendoci più questa necessità, gli abitanti si spostarono verso il lago, dove è situata l’attuale Dorio. L’ultima famiglia lasciò Mandonico oltre un secolo fa.
Ammirando le spesse costruzioni in pietra, adornate da scalinate esterne che un tempo servivano a raggiungere i piani superiori, cerchiamo di immaginare come dovesse essere un tempo la vita negli edifici: una quotidianità lenta, scandita dai ritmi della natura, almeno questa rimasta immutata nonostante il tempo sia trascorso. Le stesse incredibili vedute che osserviamo ora, immersi tra lago e montagna.
Oltre alle case, parte dell’abitato anche la chiesetta di San Giorgio, gioiello religioso del XV secolo in cui è situato un affresco tardogotico del 1422, raffigurante proprio le gesta del santo a cui è intitolata e occupante quasi interamente la parete settentrionale della navata, suddiviso in sei riquadri distribuiti su due fasce: in una delle più grandi spicca San Giorgio in sella a un cavallo bianco mentre trafigge il drago. Presente anche una rappresentazione della Vergine in trono con Bambino e dell’Arcangelo Michele, oltre che di Sant’Antonio Abate, di un vescovo identificato come San Gottardo e della Madonna in trono con Bambino in grembo.
Per lungo tempo l’edificio fu chiesa parrocchiale, dal 1506 al 1787, davanti a cui si apre una balconata vista lago, con tanto di panchina per goderne un po’ e ristorarsi. A legare Mandonico a Dorio proprio questa struttura: gli abitanti scelsero infatti di rinnovare il culto di S. Giorgio anche nell’attuale Parrocchiale, una volta che il vecchio edificio religioso venne abbandonato perché pericolante.
Se Mandonico appare come un borgo fermo nel passato, dobbiamo ricrederci: grazie al turismo outdoor, incentivato dalla presenza del Sentiero del Viandante, e alle recenti ristrutturazioni che stanno coinvolgendo alcune abitazioni, tutte seconde case, la località potrebbe avere nuova vita, segnale di come non intenda spegnersi definitivamente, né tantomeno rimanere un fotogramma dei tempi che furono.