Inviti alla letteratura. A Mandello una serata dedicata a Dostoevskij

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Il prof. Damiano Rebecchini

Martedì sera in Sala Consiliare a Mandello un appuntamento dedicato a Dostoevskij

Relatore il prof. Damiano Rebecchini in collaborazione con l’associazione La Semina e il Comune di Mandello

MANDELLO – Si svolgerà la sera di domani, 29 marzo, alle ore 20.45 in sala dl Consiglio del Comune di Mandello del Lario, una conferenza su Dostoevskij. Relatore sarà Damiano Rebecchini, prof ordinario di Slavistica del Dipartimento di Lingue, Letteratura, Culture e Mediazione dell’Università di Milano.

Si tratta di un incontro che fa parte di un ciclo dedicato al progetto: “Inviti alla lettura” sul tema “La crisi dell’io nella letteratura dell’800-900”.

Il ciclo è organizzato dall’associazione culturale “La semina” in collaborazione con il prof. Giovanni Jamartini , presente all’incontro di Mandello, dell’Università agli studi di Milano e con il Ministero. L’incontro di martedì 29 marzo è stato fatto in collaborazione con il Comune di Mandello Assessorato alla Cultura guidato dall’assessore Doriana Pachera.

Damiano Rebecchini è professore ordinario di letteratura russa all’Università degli Studi di Milano. Si è occupato in particolare di storia della letteratura russa dell’Ottocento, studiando autori come Pushkin, Gogol, Dostoevskij, Tolstoi, Cechov. Fra i suoi ambiti di studio vi è la storia della lettura e la storia dell’educazione in Russia. Da alcuni anni sta scrivendo una biografia dello zar Alessandro II. Ha tradotto, fra le altre cose, il romanzo Delitto e castigo di Fedor Dostoevskij (Milano, Feltrinelli, 2013), vincitore del premio “Russia-Italia attraverso i secoli” e i Racconti di Pietroburgo di Nikolai Gogol (Milano, Feltrinelli, 2020).

“Ci sono romanzi che non avrebbero bisogno di introduzioni, appena iniziamo a leggerli, sin dalle prime pagine ci proiettano in una vita per noi impensabile pochi istanti prima, nella quale tuttavia ci orientiamo a meraviglia -sottolinea il prof. Rebecchini – Leggendo Delitto e castigo viene in mente lo sguardo vuoto e spento di tanti giovani d’oggi finiti sulle pagine della cronaca nera per i loro omicidi efferati e inutili, riecheggia nella nostra testa l’eco delle parole del Dio della Bibbia che grida a Caino: “Caino, che hai fatto? Da ora sarai maledetto dalla terra,” e ti chiedi: e se fossi stato io a uccidere? Il romanzo di Dostoevskij va incontro alla nostra sete di cronaca nera, mettendo in scena attraverso la propria struttura narrativa una confessione che suscita curiosità, incredulità, stupore. Rappresentando l’intricato processo interiore che si sviluppa nella coscienza di un assassino, il romanzo di Dostoevskij ripristina lo sguardo stupito del pubblico di fronte al grande enigma del crimine. Fino alla fine del romanzo, non vi è spiegazione esaustiva, non vi è motivazione sufficiente, la sentenza è arrivata, l’ordine giuridico è ripristinato, ma l’enigma rimane. Anche per l’imputato”.