Confindustria: il presidente Boccia visita la Mario Nava di Bosisio

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BOSISIO  – Ottantadue  dipendenti, 25 milioni di fatturato, una quota export dell’80% e 60 anni di storia: sono questi alcuni dei numeri della Mario Nava Spa di Bosisio Parini, che ha ricevuto oggi pomeriggio la visita del nuovo numero uno di Viale dell’Astronomia,  Vincenzo Boccia, impegnato a Lecco nell’assemblea annuale della locale Confindustria.

Boccia – accompagnato dal presidente uscente di Confindustria Lecco Giovanni Maggi, dal vice Sergio Arcioni e dal direttore Giulio Sirtori – è stato accolto da Aldo e Daniele Nava, rispettivamente seconda e terza generazione della famiglia alla guida dell’azienda.

Il numero uno di Confindustria ha potuto conoscere da vicino questa realtà fondata nel 1956 come azienda artigiana, che è cresciuta nel tempo sino a divenire oggi una solida realtà industriale, specializzata nello stampaggio a freddo della lamiera in diversi settori a partire dall’automotive.

Mario Nava 6“E’ un momento di grande orgoglio essere presente per i sessant’anni della Mario Nava, una bella storia famigliare e d’impesa di un’Italia innovativa, di una famiglia al servizio dell’impresa e di imprese che reagiscono nonostante le tante difficoltà – ha dichiarato Boccia, consegnando ad Aldo Nava una targa a ricordo dell’anniversario – A nome di Confindustria il sentimento che ci ha guidato in questa visita è di riconoscenza e di rispetto verso questa famiglia di imprenditori”.

Mario Nava Spa è un’azienda in continua evoluzione: nel 1975 è nata la divisione Paganoni per la realizzazione di rivestimenti antiusura per trafile di filo metallico e non metallico (che detiene marchi brevettati utilizzati nel settore della trafila), mentre negli ultimi anni ha esplorato nuovi campi di attività, investendo nel settore della stampa 3D e in un laboratorio di analisi per il settore metalmeccanico.

Da parte sua Daniele Nava ha evidenziato le scelte di una famiglia e di un’azienda che hanno reso possibile il successo dell’impresa di Bosisio Parini: “Un’alta quota dell’export e degli investimenti che ci hanno permesso di non soffrire per la crisi congiunturale di questi ultimi anni. Non meno importante la volontà di restare sul territorio, perché crediamo nelle capacità e nella specializzazione dei nostri collaboratori, pure loro alla seconda o terza generazione nella nostra azienda”.

 

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