LECCO – A Roma sono stati presentati ieri, 5 dicembre, i risultati dell’indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 148^ edizione. Una presentazione che, ogni tre mesi, vede protagonisti anche i territori per consolidare la consapevolezza del valore prodotto dall’industria e dei valori diffusi dalle imprese.
Al centro dell’attenzione dell’appuntamento che chiude il 2018 non solo lo scenario economico, ma anche la petizione lanciata da Federmeccanica, “Più Alternanza. Più Formazione”, che ha già superato le 19 mila firme, con adesioni che crescono di giorno in giorno.
I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico a livello nazionale, presentati dal Centro studi di Federmeccanica, lasciano emergere un quadro dove, dopo i buoni risultati conseguiti dal settore nel corso del triennio 2015-2017, a partire dai primi mesi del 2018 l’attività produttiva è stata segnata da una fase di sostanziale stagnazione.
“Un andamento confermato anche sul territorio, caratterizzato da uno scenario orientato verso la stabilità, con segnali di crescita in rallentamento – commenta il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva -. Speravamo di poter chiudere l’anno con un sentiment migliore, ma i motivi di preoccupazione non mancano. Mi riferisco in certa misura allo scenario internazionale ma più ancora al quadro nazionale, dove i più recenti provvedimenti, dal decreto dignità al reddito di cittadinanza, non sono quello che serve per il rilancio dell’economia e dove non si sceglie di realizzare le infrastrutture, grandi e piccole, che servono per sostenere la competitività del Paese. La manifestazione del 3 dicembre a Torino, che ha avuto ampia eco e voluta proprio per evidenziare la necessità di investire nelle opere infrastrutturali, ha lanciato un grido d’allarme da parte del sistema produttivo, trasversale alle maggiori Associazioni del Paese. Speriamo che non resti inascoltato e non solo per il bene delle imprese: è in gioco il futuro dell’Italia”.
“Nel Paese ci sono più di 100mila imprese metalmeccaniche, per oltre 1.600.000 lavoratori, e l’industria del settore, con circa 120 miliardi di valore aggiunto, contribuisce per l’8% alla formazione della ricchezza nazionale misurata con il Pil – evidenzia il presidente della Categoria Merceologica Metalmeccanico di Confindustria Lecco e Sondrio, Antonio Bartesaghi -. Mi sembra evidente come sia strategico sostenere la competitività del settore, asse portante anche dell’economia dei nostri territori, con strumenti adeguati. Uno di questi è la formazione delle risorse umane, necessaria per sopperire alle difficoltà di trovare personale con competenze in linea con i fabbisogni aziendali. L’istruzione di ambito tecnico industriale e l’alternanza scuola-lavoro hanno un fondamentale valore strategico e per questo chiediamo la conferma, per gli istituti tecnici e professionali, delle 400 ore di alternanza scuola lavoro e delle risorse per le scuole. Ed è altrettanto importante che non venga cancellato il credito di imposta per la formazione 4.0, visto che sono anche le competenze digitali a mancare sul mercato del lavoro”.
“Condividiamo la petizione ‘Più Alternanza. Più Formazione’ lanciata da Federmeccanica – conclude Lorenzo Riva – perché si tratta di un tema di interesse generale che riguarda tutti e non solo le imprese: la mancanza di competenze utili all’industria è sicuramente un problema per il sistema produttivo ma lo è anche per i giovani, per i lavoratori e più in generale per il Paese, che potrà crescere solo se cresceranno anche le persone”.